prii fra unità italiane ed unità austro-ungariche costituenti gruppi opposti, organismi degni di questo nome, non sono stati che due: quello del 29 dicembre 1915 e quello del 15 maggio 1917 ; entrambi nel Basso Adriatico. Nel primo, una flottiglia di navi nazionali sottili, rinforzata da due scouts britannici e da cinque «caccia » francesi, corse all’attacco d’una divisione nemica, costituita d’incrociatori tipo Karlo VI ed Helgoland e scortata di diverse squadriglie di « Tatra ». La divisione, approfittando dell’estrema vicinanza di Cattaro con Durazzo, allora occupata dalle nostre truppe, tentò una scorrerìa notturna in questa rada per bombardarne le opere. La flottiglia italo-franco-inglese assalì presso la costa albanese la formazione avversaria che accennò subito a sottrarsi al combattimento; cercò di premerla verso la costa di Puglia, la inseguì per tutto il pomeriggio cannoneggiandola a corta distanza, ma non potè tagliarle la ritirata, perchè la notte cadde proprio nel momento decisivo della lotta, togliendo ogni visibilità sulle acque. Il grosso delle forze austro-ungariche potè ripiegare nell’oscurità fino a Cattaro, con alcune navi colpite; ma i modernissimi e grossi cacciatorpediniere Li/ja e Triglav trovarono la morte in fondo all’Adriatico. Il secondo scontro venne provocato da un’altra scorrerìa notturna del nemico, questa volta mirante a spezzare la linea dei nostri sbarramenti contro i sommergibili nel Canale d’Otranto. La squadra austriaca d’incrociatori, tipo Admiral Spaun e Novara, accompagnata da « caccia », si presentò di sorpresa dinanzi alla catena dei drijters, ne affondò alcuni, sopraffece facilmente il nostro cacciatorpedinere Borea, poi manovrò per il ritorno sulla via di Durazzo-Cattaro, quan- - 188 -