sta di ponte di Cavazuccherina, riuscirono a scacciare il nemico, per parecchi chilometri di profondità, da tutta la vecchia Piave, costituendo la più grave minaccia contro il fianco nemico alla vigilia della disfatta di Losson (20-21 giugno 1918); ed hanno poi possentemente contribuito a vincere la tremenda battaglia dei due Piave (2-6 luglio 1918). Mentre i battaglioni navali si battevano con tanto slancio alle foci del fiume sacro alla Vittoria italiana, il naviglio silurante non aveva riposo nelle acque del-l’Alto Adriatico. Nei giorni del nostro ripiegamento, una parte della flotta avversaria, forse presumendoci prostrati per sempre, abbandonò la tattica prudenziale fin allora adottata e s’arrischiò fuor della tranquilla sicurezza dei suoi porti per contribuire anche dal mare all’offensiva austro-tedesca nel Veneto. Alla metà di novembre una divisione di tipi « Monarch », scortata da uno sciame di cacciatorpediniere, si presentò più volte al largo di Cortellazzo ed aprì il fuoco dei suoi grossi calibri contro l’ala destra dell’esercito italiano, non ancora sistemato e riorganizzato sulla nuova linea. Fu questa l’unica volta in cui la Marina imperiale assunse l’attitudine logica che la propria situazione in Adriatico avrebbe dovuto imporle durante la guerra: quella dell’azione offensiva. Ma quest’attitudine durò tre giorni. Il 16 novembre 1917, non solo le batterie costiere della Marina italiana — benché controbattute di fianco e alle spalle dall’artiglieria di terra, benché tormentate dai continui bombardamenti aerei e perfino dalle fucilate e dalla mitraglierìa sparate dagli honved allora asserragliati in Cortellazzo — colpirono alcune delle unità avversarie di scorta alla divisione dei Monarch; ma due motoscafi nazionali, due Mas, - 107 — *