poiché quella non si metteva mai in condizioni di farsi incontrare dalle nostre navi, occorreva che i nostri scafi l'andassero a scovare dentro i suoi porti muniti ed ostruiti, aggredendola anche là dove si presumeva più sicura, togliendole la speranza che l'immobilità potesse rappresentare per lei l’incolumità e la salvezza. Incominciarono così — e divennero col tempo sempre più frequenti — le nostre incursioni di sorpresa neU’interno delle basi navali del nemico, per danneggiargli od affondargli unità belliche e piroscafi destinati al trasporto di materiali da guerra. Naturalmente, queste incursioni dovevano essere affidate a siluranti di piccolo tonnellaggio e perciò poco visibili, di grande autonomia, di notevole velocità, per offrire il minimo bersaglio possibile e possedere la massima agilità di manovra anche nei passaggi più angusti, nei casi più disperati. Ciascuna di coteste siluranti doveva essere affidata ad uomini di singolare perizia marinara, di grande sangue freddo, di instancabile pazienza, di coraggio a tutta prova. La riuscita di tali colpi di mano esigeva inoltre un continuo allenamento di materiali, d’equipaggi, di comandanti ; e specialmente una tale costanza di preparazione, che nulla dovesse essere abbandonato al caso, ma tutto invece previsto e provveduto dalla volontà di uomini decisi ad ogni sacrificio. Così cominciarono quelle portentose azioni di sorpresa nelle basi imperiali più nascoste e meglio fortificate ; azioni leggendarie che ricondussero a noi la gloria del Console Duilio e costarono al nemico la perdita d'un materiale bellico immenso, lo sperpero inutile d'una quantità di batterie costiere, di sbarramenti sopracquei e subacquei, di proiettori a grande portata, di comandi, di guarnigioni terrestri e marittime, d'im- - 192 -