del trascorso martirio ed informando la nostra missione dei bisogni più urgenti della cittadinanza. Acclamato dalla folla, il Governatore s’è affacciato al balcone del Municipio, ha tenuto un caldo, alto, rassicurante discorso alla moltitudine. Poi s’è recato a Villa Polesini, ospite della famiglia forse più ragguardevole di Parenzo. A sera, è ritornato a Trieste. A Pirano la « 40 P. N. » ha sbarcato, oltre il contingente militare, anche il sottotenente d'artiglieria Tamaro, un piranese arruolatosi sotto le armi italiane, un irredento che ha combattuto la nostra guerra. Ventimila braccia si sono protese per stringerlo. S’è fatto dare dal comandante della nave una bandiera che egli steso ha portata a terra. Tutti l’hanno baciata, mentre l’ufficiale s’asciugava le lacrime col lembo rosso. Ad Umago, nel Comando della Gendarmeria imperiale frettolosamente evacuato dagli sbirri, abbiamo trovato un incartamento di grande interesse. Sono i processi imbastiti agli ultimi d'ottobre contro gl’italiani rei di italianità. Un rapporto, sotto l'intestazione: « K. K. Landsgendarmerie kommando N. 7 », in data 31 ottobre, diretto al Luogotenente di Trieste, è concepito in questi termini: « 11 fruttivendolo Lapegna, uomo sospetto, s’è messo oggi a gridare per le vie « Viva l’Italia ! ». La popolazione s’è commossa e gli ha fatto eco. Ho chiesto l’intervento del capo della forza, ma questi si è rifiutato di obbedire ai miei ordini. Le invio d’urgenza questo rapporto per rilevare la gravità del caso, per chiedere soccorsi e la punizione dei colpevoli ». Segue una firma con molti svolazzi. L atto non è stato mai recapitato al suo indirizzo, per repentina assenza del destinatario.