pre verso di noi il contegno il più nobile che potessimo attenderci da un nemico leale. Egli restò ferito da un rottame staccatosi dalla nave nel suo capovolgimento, quando già nuotava per mettersi in salvo. Spirò all’O-spedale di Pola, qualche ora dopo. La barca che ci aveva raccolti ci sbarcò sulla costa sud, più vicina. Venimmo condotti sotto scorta a bordo deWHabsburg. Ci spogliarono dei vestiti rimastici indosso, ci rivestirono sommariamente con abiti austriaci e ci trasportarono al Comando dell’Arsenale, dove arrivammo alle otto. Da questo momento cominciò la nostra vita di prigionieri di guerra: prigionia breve, che durò quattro giorni soltanto. Infatti il 5 novembre, in seguito alla conclusione deH’armistizio con l’Austria, giunse a Pola la forza navale italiana comandata daU'ammiraglio Cagni. E la nostra liberazione fu immediata. Durante l’impresa, fummo assistiti entrambi da una serenità che ci lasciò sempre la più precisa percezione dei particolari ed il più perfetto senso d’orientamento. Per parte mia, ebbi' anche a constatare, per tutte le otto ore d’immersione, un senso di relativo benessere ; ad ogni modo assai superiore a quello provato nei precedenti esperimenti di lunga durata, a Venezia. A questo migliore stato fisico — attribuito, almeno in parte, ad un’iniezione d’olio canforato che il dottor Paolucci pensò bene di fare a sè stesso ed a me prima dell’inizio deU'impresa — è dovuta la riuscita dell’operazione, per cui una buona condizione fisica era altrettanto indispensabile quanto la serena determinazione dello spirito. Nel chiudere il presente rapporto, sento il dovere di mettere in evidenza il contegno del dottor Paolucci. Ottimo per tutta l'impresa, ebbe particolare rilievo ed - 123 —