» IX. VITA TRIESTINA. Trieste, novembre. Ora che abbiamo celebrato con manifestazioni di reciproca gioia la riunione di Trieste e della costa istriana alla Gran Madre, asciughiamoci dagli occhi le lacrime di commozione e guardiamo in faccia l’avvenire. Il compito che ci attende è immenso. E, se vogliamo non disperdere i frutti preziosi della Vittoria, bisogna subito che gl’italiani di buona volontà si mettano all’opera. Un popolo forte, dopo il legittimo tripudio per le terre sorelle riconquistate, deve subito provvedere ad ordinare, a riorganizzare, a valorizzare la sua conquista: tale riordinamento ha qualche urgenza. Anzi tutto, bisogna tener presente che gl’italiani delle terre liberate hanno fame. Per quanto in patria, durante la guerra, le condizioni alimentari non sieno state rosee, pur tuttavia non si può avere neppure una pallida idea delle sofferenze fìsiche sopportate dai nostri connazionali sotto il dominio austro-ungarico. Anche a disporre di 150 corone al giorno — e tale fortuna — 95 -