rinùnziò al viaggio e venne a bordo delle nostre siluranti, offrendosi di pilotarle fino a Sebenico. La sua guida fu preziosa e permise alle torpediniere di passare attraverso gli sbarramenti senza incidenti. Nelle acque di Tre Bocconi, la sezione italiana vide poi venirle incontro la torpediniera « T.B. 52 » battente bandiera jugo-slava. C’era a bordo il Comitato jugoslavo di Sebenico, diretto a Spalato. I membri del Comitato, dottor Smolcic e tenente di vascello Lulic — nominato comandante navale della piazza di Sebenico — saliTpno a bordo dell’/lIbatros, dove ebbero un colloquio col comandante italiano Monroy. La rappresentanza croata espresse il suo convincimento intorno all’inutilità deH’arrivo delle nostre navi. Il comandante italiano rispose che la sua venuta era stata ordinata dalle potenze alleate, in ottemperanza ai patti d’armistizio. Aggiunse che, supponendo le popolazioni della piazza, delle ¡sole e dei dintorni bisognose di viveri, l'Italia mandava le proprie navi a somministrarne. I parlamentari croati dichiararono che non ne sentivano necessità perchè il Comitato aveva provveduto in proposito; ma dal tono un po’ imbarazzato della loro dichiarazione non era difficile comprendere ch’essa non dovesse corrispondere interamente alla realtà delle cose. Dopo una lunga discussione, il comandante Monroy raggiunse coi rappresentanti del Comitato un accordo secondo il quale la « T. B. 52 » sarebbe tornata indietro a preparare lo sbarco delle compagnie italiane, a spiegare alla popolazione croata lo scopo ed il carattere del nostro arrivo, mentre le navi sarebbero giunte all’approdo alle ore 16. Infatti, all’ora stabilita, le due torpediniere e i Mas entrarono in porto. Le accoglienze di tutta la po- - 151 - /