importante. Ad operazione compiuta, avremmo poi tentato di prender terra sulla costa nord e di là — dopo avere affondato l’apparecchio ed esserci liberati del sopra-vestito impermeabile — raggiungere in divisa di ufficiali italiani la baia di Fontane, presso Rovigno, dove, secondo il convenuto, una nostra motobarca avrebbe dovuto attenderci nelle notti dal 2 al 7 novembre. Durante il percorso lungo la formazione che si effettua regolarmente, salvo l’incidente di cui dirò fra breve, lascio affondare, perchè riscontrato inattivo, il piccolo accessorio ch’era stato sistemato all’ultimo momento e ch’era destinato ad assicurare un facile ormeggio del congegno propulsore, nel caso in cui fosse stato possibile avvicinare la nave da colpire. Per eliminare l'accessorio, ho dovuto sguainare il coltello-pugnale di cui ero munito. In cotesti movimenti ho perduto il fodero del coltello; cosicché sono stato costretto a liberarmi anche di questo, conficcandolo nel rivestimento di legno dell’apparecchio. Mi soffermo su questo particolare, perchè esso spiega la lunga durata della mia permanenza sotto il bordo della Viribus Unitis, come dirò più avanti. Mentre procedevamo lentamente in senso parallelo alla fila delle grandi navi per arrivare all'ammiraglia — ch’era l’ultima —, si verifica un incidente che per poco non interrompe e compromette tutta l'operazione, rendendo inutili i nostri sforzi. Ci accorgiamo infatti che, senza una causa apparente, l’apparecchio affondava a poco a poco, specie nella parte poppiera, dov’io mi trovavo. Impressionato dalla constatazione, cerco di contrastare all’affondamento incrociando le gambe al di sotto della poppa, accelerando il moto delle eliche, aprendo la valvoletta destinata ad immettere - 116 -