loro ufficii e, dietro le calcagna dei legionarii che aprivano nuove vie oltre Lubiana, oltre Trieste, oltre Se-gestica, essi corsero insonni inaugurando — si direbbe oggi : con vasta e perfetta organizzazione — le nuove strade mercantili. E divennero milionarii. Mentre tanti disastri e tante glorie si sono in questi ultimi secoli ed in questi ultimi anni avvicendate su quest’arco di golfo, e tanto sangue s’è sparso e tanto pianto s’è versato e tanta terra rossa s’è morsa rantolando coi denti, le facce lapidarie dei Barbii non hanno mai distolto lo sguardo dalla piana del Timavo e di Grado e d'Aquileia, come se di là dovesse ancora arrivare, fino al loro riposo tergestino, a fiotti, nuova ricchezza d’idee, di propositi, di volontà, di traffici, di fortune. A guardarli oggi così dignitosamente fissi e sereni, con quell’aspetto di gente di casa nostra a casa loro, si direbbe che abbiano sempre aspettato il nostro ritorno. Si direbbe che siano stati sempre certi che un giorno o 1 altro, dal mare grádense, noi dovessimo fatalmente riapparire ed approdare a’ piedi delle sette colline per versare alla loro banca la moneta di Roma con la duplice impronta della prora e della Vittoria.