68 CAPITANO NERI nabili sul come finire quella vitaccia, ridurre l’Austria alla pace, sulla possibilità di organizzare una dimostrazione collettiva in grande stile per ottenere dai comandi concessioni di indole materiale e morale. In tale modo si stava creando, senza volerlo, un ambiente pieno di elettricità e di vicendevole suggestione, che alla conoscenza dei 14 punti di Wilson divenne saturo e maturo per l’azione. La „carta magna“ del Presidente americano fu presto il soggetto di tutti i discorsi e, poiché special-mente gli italiani irredenti e gli czechi parlavano più chiaramente di una rivolta o dimostrazione, l’idea dilagò fra i marinai delle varie navi. Durante le diuturne ore di ozio formò oggetto di discussioni e qualche ardito mise perfino le prime basi di una organizzazione che tendeva ad impossessarsi eventualmente della nave. Voci di provenienza incontrollabile, ma insistenti e sempre più unanimi, dicevano che presto si sarebbe agito, che a Pola si stava preparando la rivoluzione ecc. ecc. Una sera della seconda metà di gennaio del 1918 nella taverna di Camenari si trovarono tredici graduati e marinai, appartenenti a diverse unità e di varie nazionalità, eccettuata l’ungherese. Quegli uomini si conoscevano bene, come conoscevano il comune sentimento di odio all’Austria e di stanchezza della guerra.