LA RIVOLTA DI CATTARO 97 In quel momento le due navi giunsero a portata di voce ed il capo di S. M. dell’ammiraglia, non a-vendo altri mezzi a disposizione, perchè in mano dei ribelli, trasmise col megafono l’ordine di ritornare all’ormeggio e di spegnere i fuochi. L’avvenimento assunse il tono della massima drammaticità, perchè l’atto energico del Consiglio, il fatto che il caccia aveva obbedito, e che lo stesso Comando sembrava accondiscendere alle condizioni degli insorti, fecero una impressione enorme sui marinai di tutte le navi, inorgoglì i rivoltosi, incoraggiò i tepidi, gli irresoluti, rinfocolò la propaganda, mentre i dubbiosi ed i deboli furono attratti nell’orbita della rivolta. Per tutte queste ragioni anche sullo Csepel i marinai cominciarono ad agitarsi, a dimostrarsi indisciplinati, a lanciare qualche hurrà. Informati della cosa, i capitani di fregata Morin e Millinkovic si portarono verso le 16,30 a bordo della nave per accordarsi sull’opportunità di abbandonare l’ormeggio verso sera, cosa della quale erano stati autorizzati dal contrammiraglio Hansa. Frattanto, per salvare le apparenze, consigliarono di innalzare la bandiera rossa. Ma il capitano Pokorny si oppose. Invece impartì l'ordine di approntare due caldaie per le 19,30 per muovere. Ma alle 18 circa, mentre l’ufficiale di guardia era