LA RIVOLTA DI CATTARO 41 Quei coscritti, che venivano dall’ interno del paese dove già la stanchezza della guerra si faceva sentire, non domandavano di meglio che dar retta ad un sottufficiale anziano che diceva doversi finire la guerra, concedere la libertà ai popoli oppressi, ecc. ecc. Contemporaneamente a questo lavoro il Donat studiava accuratamente le rotte che la nave percorreva durante i viaggi di servizio per esser un giorno in grado di guidarla con sicurezza attraverso i campi di torpedini, verso l’Italia. Quando ritenne che la propaganda — che chiamerò spicciola — avesse ottenuti buoni risultati, quando fu a conoscenza dei sentimenti politici di alcuni suoi camerati, pensò esser giunto il momento di passare all’organizzazione della fuga. Nel maggio del 1917, incontrato sulla piazza di Sembenico il cuoco di bordo, certo M. Brkl, boemo, che sapeva di sentimenti avversi all’Austria, lo fece partecipe del suo piano. Ma il cuoco prese la cosa in celia, pur dichiarando che sarebbe stato disposto a disertare col suo interlocutore, qualora gliene avesse procurata l’occasione. Per nulla scoraggiato, il Donat ne riparlò poco tempo dopo e riuscì a convincere l’amico sulla possibilità di effettuare la cosa. Allora cercarono altri fidati alleati. In breve otten-