LA RIVOLTA DI CATTARO 103 discussioni, ad interloquire, a dar consigli, ad opporsi a decisioni, ecc. ecc. Per conseguenza grande era la confusione ed affatto proficua la riunione, anche perchè veniva continuamente interrotta dalla necessità di impartire ordini alle pattuglie, ai messi isolati, ecc. ecc. Fin dall’inizio, chiara apparve la difficoltà di un accordo fra tutti quegli elementi divenuti eterogenei d’un subito, causa la scomparsa della disciplina militare che era il solo legame comune in grado di tener unite le varie nazionalità. Gli italiani tendevano in massima a portare la discussione su terreno politico ed a convincere tutti della necessità di uscire dal porto con le navi. Segretamente speravano di potersi recare in Italia se fosse loro riuscito di guadagnare il mare aperto. Cechi e slavi, se avevano comune la prima parte del programma, ne variavano la seconda parte nel senso che desideravano consegnare le navi alla flotta interalleata deH’Adriatico. I tedeschi e gli ungheresi domandavano l’adempimento delle promesse avute per indurli alla rivolta. Cioè: pane, vestiti, licenze, cessazione della guerra. Ma la voce di quelle nazionalità era debole in seno al Consiglio, sia perchè avevano pochi rappresentanti, sia perchè non erano in possesso di armi.