32 CAPITANO NERI rale per i secondi, la concessione di licenze-premio dopo ogni crociera, di premi in denaro ecc. ecc. Per poter largheggiare così, molto veniva tolto a chi era costretto a rimanere nei porti. Questa differenza di trattamento si fece talmente grande da spingere parecchi marinai, stanchi dell’ozio, depressi dalle continue manovre di guerra eseguite all’ancoraggio, denutriti, vestiti male e peggio calzati, privi di licenze e maltrattati dagli ufficiali, a chiedere in grazia di esser trasferiti sul naviglio operante pur di godere i privilegi dei commilitoni, anche se per posta era in ballo la vita.... Per un corpo armato l’inazione è deleteria al sommo. Così in quella parte della flotta nemica che era costretta all’ozio, a poco a poco si fecero palesi le conseguenze di tale stato di fatto. Rallentamento della disciplina, malcontenti, esigenze di miglior trattamento materiale.1) ') Il capitano Moraht (della marina germanica che prestava servizio neH’Adriatico con un sommergibile) nel suo volume edito dalla Casa Marangoni di Milano, che porta il titolo: „11 lupo del mediterraneo“ ritiene pure che fra le cause che portarono alla rivolta, quella enunciata abbia una certa importanza. Difatti egli così si esprime: „...risultò qui, come più tardi in patria, che le unità che si erano trovate di fronte al nemico (sottomarini e torpediniere) rimasero fedeli al loro dovere ed al loro giuramento, mentre lo spirito di insubordinazione sorse in prima linea su quelle navi che non avevano avuto alcun contatto col nemico ed erano rimaste inoperose nei porti.“