LA RIVOLTA DI CATTARO 211 Il 15 settembre del 1918 tutti gli accusati furono radunati sulla nave carboniera Katarina Gerolimic, dove il giorno dopo si sarebbe iniziato il processo. Sul bordo della nave stavano i difensori che si intrattennero fino a tarda notte con gli accusati per istruirli sul contegno da tenere. L’ampia sala del Tribunale era guardata da un numero considerevole di armati. Sui muri erano stati scritti i numeri ed i nomi dei carcerati che dovettero sedersi in corrispondenza agli stessi. Alle otto del 16 settembre entrò il Tribunale composto di 11 membri. Presiedeva il maggiore Wolf, il quale, adempiute le formalità di rito, aperse la seduta. Il procuratore di Stato lesse l’atto di accusa comune per tutti. Indi cominciarono gli interrogatori, del tutto sommari, e poi ebbero la parola i difensori (circa 20 avvocati) che subito chiesero l’abolizione dell’accusa collettiva per passare ad accuse individuali e specifiche. Essi speravano in tal modo di guadagnare tempo. Il Tribunale accolse la richiesta dei difensori. È da notare che durante gli interrogatori le risposte degli imputati erano pressoché eguali e cioè: „io non c’ero, io non ho fatto nulla, non ho sparato, ecc.“ Questa resistenza passiva irritò a tal punto il presidente che un giorno, rosso dalla bile, esclamò : „ma