LA RIVOLTA DI CATTARO 61 causa il limitatissimo spazio disponibile tra i monti e il mare. Anche questa cittadina è dominata da un antico fortilizio, detto di San Giovanni, pregevole opera della repubblica veneta, e, all’epoca della sua costruzione, baluardo inespugnabile. L’Austria trasformò le Bocche di Cattaro in porto militare di primo ordine malgrado che la parte orientale del bacino fosse in tutta prossimità del confine montenegrino e quindi minacciata dalle bocche da fuoco del Lovcen. Si provvide alla difesa terrestre con l’erezione di numerosi e moderni forti (vedi cartina annessa) che dopo lo scoppio della guerra europea furono integrati con molte postazioni campali per artiglierie ed uniti per mezzo di trinceramenti alternati da ricoveri e nidi di mitragliatrici. Le vie del mare furono difese con sbarramenti sub-acquei per mezzo di campi di torpedini, o con catene. Precisamente: fra punta d’Ostro-isolotto Rondonipunta d’Arza, nonché all’ingresso della baia di Topla, con torpedini. Al canale di Cumbor con tre ostruzioni funicolari. Le navi assegnate alla base di Cattaro, ed alla fonda nei giorni degli avvenimenti che si stanno narrando, erano le seguenti: