LA RIVOLTA DI CATTARO 21 Difatti io stesso comandante del cacciatorpediniere Csepel, nel suo rapporto sul contegno dei marinai italiani durante Fazione bellica che si svolse il 24 maggio 1915 contro il littorale italiano, così si esprime: „nel loro servizio i marinai di nazionalità italiana, dei quali alcuni furono anche feriti, non furono secondi a nessun altro, e si comportarono al di là di ogni speranza“. Specialmente l’ultima frase di questo giudizio dà la sensazione che quel comandante abbia provata, con la bella constatazione, una certa delusione rispetto alle sue prevenzioni contro gli irredenti italiani e conferma indubbiamente i sentimenti con i quali erano sorvegliati, dato che solo di essi è fatta menzione. Ma si gridava osanna troppo presto. 1 frutti non potevano maturare d’un subito, nè era possibile agli irredenti agire in momenti di rinnovato entusiasmo e di compattezza militare quali stava allora vivendo la vecchia monarchia in seguito alla nostra dichiarazione di guerra. Difatti lo svolgersi degli eventi ha dimostrato che se una esigua minoranza non può imporsi immediatamente, pure, sorretta dalla bontà della causa e da altri fatti concomitanti, presto o tardi essa giunge alla meta. Per di più quei pochi sanno attrarre nella loro