LA RIVOLTA DI CATTARO 43 Donat si assunse il compito di togliere anche quello scoglio. Con opportuni accorgimenti, con facili intese coi consenzienti e qualche ben imbastita bugia, riuscì a mettere in pessima luce il radiotelegrafista presso il comandante e gli ufficiali, tanto che si provvide a sostituirlo. E venne a bordo un bosniaco di Serajevo che fece presto causa comune con i congiurati. 1 capi di questi, ritenendo allora giunto il momento di agire, decisero la fuga per la notte del 22 settembre. Se non che, molti contrattempi mandarono a monte ogni progetto, non solo per quella notte, ma per altre notti successive. E questo portò non poco scoramento fra i congiurati. Tenace e fiducioso rimase il Donat. Si giunse così al 4 ottobre. L’ordine di operazione di quel giorno destinava la torpediniera in servizio di guardia dalle 12 alle 4 della notte sul 5 alla boa dinanzi al forte di San Nicolò a Sebenico. Alle 4,45 la nave doveva esser pronta a muovere per incontrare presso Cucugliari un sommergibile germanico proveniente da Pola, e pilotarlo attraverso gli sbarramenti delle torpedini fino a Cattaro. Era l’occasione propizia che non bisognava lasciarsi sfuggire a nessun costo. Donat lo intuì, ne