LA RIVOLTA DI CATTARO 89 di delegati dei marinai presso il Consiglio. Però, quei messi erano „fedeli“ allo Stato Maggiore della nave, ed al ritorno portarono preziose informazioni. Fra il resto consigliarono il comandante a desistere dal proposito, espresso fin dal principio della rivolta, di silurare il Sankt Georg, perchè i preparativi sarebbero stati notati (le due navi erano distanti solo 300 metri) ed essendo l’Helgoland sorvegliatissimo, forse prevenuti con un bombardamento, cosa che avrebbe portate conseguenze disastrose. Monarch. — Appena scoppiata la rivolta il comandante mise sotto chiave armi e munizioni. Qualche hurrà isolato fu lanciato dai marinai, ma nel complesso l’equipaggio si mantenne calmo. Solo verso le 17 alcuni animosi invasero improvvisamente la cambusa ed il deposito delle provviste per gli ufficiali, facendo man bassa e.... bevendo. Resi arditi dall’alcool istigarono i compagni alla rivolta. Qualcuno sparò un colpo di cannone antiaereo. Siccome la nave era all’oscuro, elementi turbolenti ne approfittarono per agire inpunemente. Per questo il comandante ordinò di dare tutta la luce e di radunare l’equipaggio al quale tenne un discorso per calmarlo. Ebbe difatti l’illusione che tutti fossero ritornati alla ragione. Se non che le grida di hurrà, i fischi e le fucilate che provenivano dalle navi vicine (Cyclop,