LA RIVOLTA DI CATTARO 31 per l’odio secolare instillato nei vari popoli contro di noi in omaggio al motto che per secoli fu il segreto di vita e di espansione della casa d’Absburgo: Divide et impera. Questo stato di fatto permise all’imperatore Carlo I di scrivere a Guglielmo II di Germania la seguente frase: „Tutto il mio esercito chiama la guerra contro l’Italia „la nostra guerra“ ; ogni ufficiale è cresciuto nel sentimento tramandato dai padri col desiderio ardente di combattere contro il nemico ereditario.“ Ma alla prima attività della marina da guerra nemica subentrò presto una forzata inazione, specie delle grandi e medie navi, dovuta alla nostra crescente aggressività e superiorità, ai provvedimenti difensivi adottati, ai criteri stessi con i quali era condotta (da ambo le parti) la guerra. Un po’ alla volta le superbe navi avversarie calarono definitivamente le ancore nei ben muniti porti ove gli italiani portarono egualmente la loro offesa, producendo una enorme impressione tanto fra l’ufficialità quanto fra la truppa che andava perdendo gradatamente la fiducia nei suoi superiori e nella vittoria finale. A rendere più forte il contrasto fra l’inazione degli equipaggi delle navi maggiori e l’attività, talvolta febbrile, di quelle piccole (specie dei sottomarini i cui equipaggi erano chiamati ad operare continua-mente) stava un miglior trattamento materiale e mo-