40 CAPITANO NERI tanto per cominciare, iniziò una propaganda disfattista fra i suoi camerati, propaganda che purtroppo non cadde su terreno favorevole perchè la massa dell’equipaggio era composta di tedeschi ed ungheresi fedelissimi all’ I. R. Corona. Qualcosa ottenne fra i pochi cechi, slavi e polacchi. È duopo sapere che egli era l’unico italiano imbarcato. Punto scoraggiato dall’insuccesso, egli non lasciava occasione per intavolare discorso con i suoi compagni sulla guerra e, con fine tatto, cercare di instillare la sfiducia nei capi e nella vittoria finale, nonché di conoscere i sentimenti politici del suo interlocutore. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia la torpediniera venne destinata in servizio di guardiacoste ed ebbe il compito di approvvigionare le vedette di Lissa, Brazza, Vallegrande, Punta Bianca, Zuri e degli scogli intorno a Zara. Durante le lunghe ore di veglia nei periodi di tali servizi, il Donat concepì l’arditissimo piano di convincere l’equipaggio a ribellarsi ai superiori per disertare con la nave in Italia. Sembrò quasi che il caso lo volesse aiutare, in quanto verso la fine del 1916 l’equipaggio ebbe l’avvicendamento e fu sostituito da giovani reclute in gran parte di nazionalità ceca, slava e polacca. Egli allora riprese la propaganda disfattista ottenendo ben presto risultati soddisfacenti.