150 CAPITANO NERI nelle flotte nemiche allo scopo di ottenere la fine immediata della guerra, e che il movimento di Cattaro si era esteso a tutte le basi navali ed alle città della costa adriatica austriaca, ben 19 unità sfuggivano di mano ai rivoltosi per rientrare nella legalità. Ma per le ragioni già dette, tedeschi ed ungheresi prestarono poco ascolto alle chiacchiere del Sesan ed al contrario dimostrarono chiaramente la loro diffidenza, spesso ostilità, dovuta anche al fatto che il Sankt Georg aveva acceso nel frattempo le caldaie e si preparava a muovere. Il capitano di fregata Wiinschek venne a conoscenza di questo stato d’animo ed ebbe l’idea di diffondere tra i tedeschi il sospetto che il nuovo capo della rivolta avesse fatto accendere i fuochi per riparare in Italia. Questo sospetto si diffuse in un baleno in tutta la nave. I fedeli, i dubbiosi, tutti tedeschi, fecero sapere all’ufficiale che se ciò si fosse avverato avrebbero gettato „fuori bordo il mascalzone“. Erano le prime pedine mosse dagli ufficiali per portare la disgregazione fra l’equipaggio. Frattanto Sesan si portò sulla Gàa, Karl VI, Franz Josef, a Cumbor e fra il personale dei sommergibili per continuare la sua propaganda. Alle 16 il Comando di piazza mandò ai ribelli il seguente messaggio: