LA RIVOLTA DI CATTARO 207 Si diressero verso i monti dell’ interno. Ad un certo momento si trovarono nei pressi di un piccolo abitato, dal quale sbucò una pattuglia militare che li fermò ed interrogò. Asserirono di essere soldati ungheresi che tornavano al loro corpo, ma non furono creduti. Allora, con un atto di suprema disperazione e tentando il tutto per il tutto, si diedero improvvisamente alla fuga. Appiattandosi fra gli anfratti della zona petrosa, riuscirono a far perdere le loro tracce. Rimasero nascosti in una caverna tutto il giorno e tutta la notte seguente. Nella località raggiunta c’era ancora della neve e per non morire assiderati, dato anche il loro stato di estrema debolezza, dormirono l’uno stretto all’altro, cercando di riscaldarsi vicendevolmente. Il giorno seguente si annunciò grigio e freddo. Nebbia densa copriva tutta la zona fino al mare. Sotto certi aspetti questo fatto poteva essere favorevole, ma presentava il grave inconveniente di impedire ogni orientamento. Cominciarono a vagare fra le rocce. Ebbero la buona ventura di trovare un ragazzo che indicò la via da seguire. Dopo alcune ore di estenuante cammino trovarono il cadavere di un soldato austriaco che cominciava già a putrefarsi. Per i randagi quella scoperta fu una vera fortuna. La salma indossava vestiti ancora in buono stato e scarpe ottime. La spo-