34 CAPITANO NERI piccola — del graduale disfacimento della flotta nemica fu l’azione di terra svolta dall’esercito italiano. Per quanto il bollettino austriaco facesse passare le grandiose battaglie dell’Isonzo per sue vittorie o ' vittoriose resistenze, pure lentamente e inesorabilmente i nostri marciavano sulla via di quella Trieste che era il sogno di tutti gli Italiani. La eco dei macelli del Carso, quella del valore e tenacia delle nostre truppe, non poteva fare a meno di impressionare anche gli equipaggi della marina. Qui appunto entra in scena un primo lavorìo morale compiuto dagli irredentisti. Essi alzarono a poco a poco, come si suol dire, il capo, e videro che la granitica compagine militare austriaca stava dando segni di cedimento. Era il momento opportuno per approntare i cunei da infiggere nelle crepe, anche se minime, allo scopo di allargarle e sgretolare il masso... Taluno cominciò una propaganda di valorizzazione delle nostre azioni e forze belliche. Trentini e triestini non lasciarono occasione per instillare nei conterranei e nei commilitoni delle altre nazionalità il veleno della sfiducia nei capi loro e nella vittoria, nonché nella capacità dell’esercito austriaco a resistere al nostro. Qualcuno compì atti di sabotaggio, altri pensò di organizzare rivolte o defezioni di navi.