50 CAPITANO NERI dubbiamente l’occasione per disertare, non fosse altro che gettandomi in acqua dall’unità sulla quale mi trovavo durante qualche bombardamento della costa italiana. Già è stato detto come allo scoppio della guerra con l’Italia l’ammiraglio Fiedler cambiasse compieta-mente trattamento verso di me, licenziandomi da attendente per rimandarmi in coperta. A bordo avevo contratto amicizia intima con certi Renato Ambrosini di Trieste, Cristoforo Castro di Pirano, Francesco Fiorentin di Pola, Dobrilla (del quale non ricordo il nome) di Fiume e Antonio Grabar di Parenzo. Tutti di sentimenti italianissimi, accettarono con entusiasmo l’idea di iniziare una intensa propaganda fra la ciurma di bordo e specialmente fra i sessanta italiani, fomentare una rivolta e riparare, all’occasione opportuna, in Italia. Si cominciò col diramare notizie sulla guerra alla fronte terrestre, col magnificare le vittorie italiane e col dimostrare che le nostre famiglie (del Friuli già redento) erano trattate con ogni cura dai fratelli di oltre frontiera. Essendo amico del nuovo attendente dell’ammiraglio Fiedler, potevo avere da lui il testo dei comunicati di guerra interalleati che giornalmente venivano intercettati dalla radio di bordo. Detti co-