UNA DRAMMATICA EVASIONE QUANDO Renato Berti passò al forte San Giovanni fu relegato in una umida ed oscura cella, ove visse solo, o per meglio dire vegetò, parecchio tempo. Per il complesso delle ansie vissute, per l’angoscia provata nella tema della imminente fucilazione, per il dolore della fallita rivolta, alla riuscita della quale aveva entusiasticamente data tutta l’opera sua, perchè costretto a dormire sulla nuda terra, quel giovane ben presto ammalò. Ottenne allora una cella migliore e ebbe la ventura di trovarsi coll’amico e comprovinciale Mario Rier. Questi, malgrado la vita d’inferno che stava passando, mantenne sempre un morale elevatissimo e anche quando subì il castigo del palo mai si lasciò sfuggire dalle labbra un lamento, preferendo morderle a sangue pur di non dare la gioia ai suoi aguzzini di assistere ad un atto di debolezza di un italiano irredento. 1 detenuti usufruivano normalmente di tre ore di uscita dalle celle e precisamente: una al mattino, una verso il mezzogiorno, ed una all’imbrunire. Per l’i-