LA RIVOLTA DI CATTARO 167 sero come anche quella nave avesse capitolato. Circa mezz’ora dopo, dall’imbocco del canale di Cumbor, verso la baia di Topla, si videro comparire le sagome imponenti di tre corazzate del tipo Erzherzog (erano la Karl, la Massimiliano e la Federico), tutte in assetto di guerra. Si trattava delle unità provenienti da Pola. Contemporaneamente da „Le Catene“ comparvero i sottomarini germanici che si schierarono in formazione di battaglia tenendo le navi ribelli sotto la minaccia dei loro lanciasiluri. Seguivano i caccia, le torpediniere ed il Novara, i cui cannoni erano minacciosamente puntati contro gli stessi bersagli. Quell’apparato di offesa e di forza fece perdere ai rivoltosi quel po’ di coraggio che ancora loro rimaneva. Compresero che ogni resistenza sarebbe stata, non solo impossibile, ma semplicemente pazzesca. Alle 8,30 l’ammiraglia delle corazzate intimò la resa a discrezione entro le 9,30. Eguale ultimatum veniva trasmesso dalle unità che il giorno prima erano tra le ribelli. Per un atto di pazza audacia, per tentare di salvare il salvabile, il Consiglio mandò Rasch e Pahor — narra quest’ultimo — con alcuni uomini su una lancia munita di bandiera rossa incontro aH’ammira-glia, per parlamentare.