176 CAPITANO NERI erano obbligati a scendere in motoscafi, sui quali la scorta era fatta da marinai magiari armati fino ai denti, quegli stessi marinai che erano stati compagni di sommossa nei giorni antecedenti. Tanta era la paura che incutevano gii inermi prigionieri che lo stesso ufficiale timoniere teneva costantemente in mano una rivoltella carica. Per di più ogni motoscafo era seguito da un secondo armato di cannoncino. I prigionieri furono suddivisi tra il forte Mamola (isola Rondoni, circa 300), la fortezza di Cattaro ed altre località. Sotto rigorosissima scorta rimasero in quei luoghi i giorni 4 e 5. II 6 tutti vennero riuniti in baracche presso Sca-gliari (Cattaro), ove ebbe luogo una selezione di 600 uomini fatta con appello nominale, i quali furono immediatamente separati dagli altri. Alle ore 21 vi fu una seconda selezione su appello nominale e 40 fra sottufficiali e marinai vennero staccati dal grosso e ricoverati in una baracca guardata da un numero considerevole di sentinelle. Essi erano ritenuti o caporioni o maggiormente indiziati nell’organizzazione e condotta della rivolta. Era chiaro che si stava preparando qualcosa di simile ad una decimazione... Ed il lettore potrà a malapena figurarsi lo stato d’animo di quegli infelici.