LA RIVOLTA DI CATTARO 53 pazione delle macchine e artiglierie): Fiorentin, Antonio Baldini da Castagna, Qrabar, Antonio Carboncic da Isola, Bullo da Pirano, diversi altri istriani e una decina di croati e boemi. Il grosso della ciurma al momento opportuno avrebbe preso possesso dei vari servizi di bordo ecc. ecc. Tutto dunque era pronto e si attendeva con ansia l’ordine della partenza. Come schiarimenti di dettaglio dirò che la rivolta doveva avvenire in alto mare, ed in linea generale nel modo seguente: Fiorentin, che era addetto all’artiglieria, avrebbe sparato un colpo di cannone quale segnale. I segnalisti allora avrebbero comunicato alle torpediniere del nostro seguito di allargarsi alla distanza di cinque chilometri fingendo un attacco sottomarino. Nel caso queste non avessero ubbidito, perchè in sospetto di quanto stava avvenendo sulla nave, sarebbero state affondate senz’altro. Contemporaneamente gli ufficiali sarebbero stati dichiarati prigionieri e sorvegliati da apposito personale. Una volta padroni della nave il resto veniva da sè. Ma la sera della partenza un ordine improvviso la rimandò ad altra epoca. Nessuno sapeva rendersi ragione di questo fatto e in un primo momento tememmo che qualche traditore avesse parlato. Ma presto anche quella preoccupazione svanì, perchè non si ebbe inchiesta di sorta