LA RIVOLTA DI CATTARO 129 posto di 4-5 uomini, salì a bordo del Novara. Quei marinai avevano il compito di sobillare i commilitoni alla rivolta e di far prigionieri gli ufficiali. Furono affrontati dal comandante che domandò la ragione della loro presenza. Saputala, dichiarò fieramente che se avessero fatto un solo passo egli avrebbe sparato. Calligaris osservò al principe che i cannoni del Karl VI erano puntati contro la nave e dichiarò di concedere cinque minuti di tempo per una risposta definitiva. Passati questi, la decisione ulteriore sarebbe stata lasciata alla voce del cannone. La situazione si stava facendo drammaticissima. Allora il principe, mostrando il petto, invitò i rivoltosi a sparargli se volevano passare. Di fronte a tale atto di coraggio, nessuno ebbe l’ardire di armare la propria mano, anche perchè quel comandante era uno dei pochi ufficiali veramente buoni e per conseguenza amato e stimato. Però, in seguito ad ulteriori trattative, il principe consentì ai marinai che lo avessero desiderato, di abbandonare la nave per passare su quelle in rivolta. Lanciata la proposta, la grande maggioranza dell’equipaggio si strinse affettuosamente attorno al suo comandante. La pattuglia si ritirò. Torpediniere. — Al mattino del 2 febbraio la commissione inviata sulla Gda per il rifornimento viveri