LA RIVOLTA DI CATTARO 45 tedeschi minacciando di morte chi avesse osato reagire. Per immobilizzare i fuochisti franchi, che dormivano nell’apposita cabina, un gruppo chiuse il boccaporto della stessa brandeggiando il tubo di lancio in modo da farlo corrispondere sopra il portello. Il personale di macchina non fu molestato, ed essendosi svolto tutto questo nel massimo silenzio ed in pochissimi minuti, per non dire fulmineamente, non ebbe nessun sospetto di quanto era avvenuto. Donat dispose immediatamente che sentinelle fidate ed armate fino ai denti guardassero i gruppi di prigionieri. E che queste fossero fidate lo dice lo stesso comandante della torpediniera, tenente di vascello Enrico Simmel, che nel rapporto fatto dopo il ritorno dalla prigionia così si esprime: „1 tentativi dello Stato Maggiore di convincere le sentinelle, che ogni mezz’ora si alternavano alla porta del quadrato ufficiali, della loro indegnità, e le promesse fatte di perdono nel caso che avessero prestato il loro aiuto per impedire la diserzione, non ebbero alcun successo.“ Se l’organizzazione accurata aveva dato i primi ottimi risultati, ora bisognava fare il passo più scabroso; quello di guadagnare il mare libero. Donat si vestì da ufficiale, sia per prendere il co-