ARRESTI IN MASSA ALL’atto formale della resa seguirono dei fatti oltremodo drammatici. Tedeschi, magiari e taluni slavi (in modo speciale i sergenti), si prosternarono davanti ai superiori, che ordinarono loro di eseguire arresti in massa fra i presunti organizzatori o capi, che sappiamo erano nella maggior parte ex irredenti delle varie nazionalità. A tale scopo i marinai vennero radunati in coperta e fra essi si cominciò la scelta dei maggiori colpevoli. Per designare un nominativo piuttosto che un altro e per comprovarne la reità veniva letto il ruolino dell’intero equipaggio; ad ogni nome gli ufficiali chiedevano se qualcuno dei „fedeli“ sapesse riferire ciò che la persona corrispondente aveva commesso di atti contrari alle leggi militari durante la sommossa. Da ottime spie funsero tedeschi, magiari e qualche slavo. In tal modo fra il mezzogiorno del 3 febbraio e la mattina del 4 vennero scelti ed arrestati circa 800 marinai di truppa o graduati. Ai colpevoli venivano legate le mani dietro la schiena, poi, a plotoni di 30-40,