4 propaganda da esso svolta. Ad ogni modo è significativo il fatto che da parte delle autorità si parli apertamente di un « partito nazionale italiano ». Anche durante la guerra del ’59 numerosi furono i dalmati che accorsero ad indossare la divisa dell’ esercito italiano, tra gli altri Luigi Seismit-Doda, cui già abbiamo accennato, il quale anzi, 1’ anno seguente, militerà tra le file dei garibaldini ; e non dubbie prove del loro valore offriranno durante la campagna del ’60 i dalmati Tivaroni, Zanchi e Galateo. Che Garibaldi pensasse ad una spedizione liberatrice in Dalmazia ancor prima del ’66 lo prova, oltre una lettera di Antonini che considerava questa spedizione come una continuazione dell’impresa siciliana, (1) anche un appello diramato nell’ ottobre del ’60 dal Comitato rivoluzionario di Milano e sequestrato a Fiume, che si esprimeva nei seguenti termini : « Signore, essendo questo Comitato a conoscenza di quanto faceste pel passato, non tarda avvisarvi che qui si sta formando per l’intrepido Generale la spedizione per la Dalmazia, Fiume e Ungheria. Certo che vorrete condurvi utile per la patria, vi si prega con sollecitudine a voler presso i patrioti della vostra città fare una colletta di denaro accettando qualsiasi somma, e più presto possibile farne spedizione. Acciò la polizia tedesca non scopra le vostre intenzioni, cioè amor patrio, spedirete possibilmente in oro il denaro che voi gentilmente riscuoterete, a questo indirizzo : Giuseppe degli Amadori, fermo in posta, Milano » (2) Ed una mattina dello stesso mese si trovarono fra le commettiture di alcuni negozi di Zara dei manifestini con il seguente invito agli istriani e ai dalmati di arruolarsi nella marina italiana per la liberazione di Venezia : Istriani e Dalmati ! A voi, forti abitatori della costa orientale dell’Adriatico, l’Italia risorta al grido: Viva Vittorio Emanuele ! fa ora appello, a voi che già sui mari faceste temuto e glorioso il vessillo di S. Marco A prontamente riordinare e completare la flotta del nuovo Regno Italico in modo che ne soddisfi agli urgenti bisogni e cooperi al completo riscatto della gran patria comune, si richieggono e presto molti e buoni marinai. Istriani e Dalmati 1 Quando si tratta di formare la flotta dell’ Italia Una, a voi del pari che ai Liguri, ai Toscani, ai Napoletani, ai Siculi spetta il diritto di accorrervi, a voi ugualmente ne incombe il dovere, perchè quel mare che è patrimonio comune deve alfine esser libero ai reciproci commerci dei fratelli, nè deve più soffrire l’insultante spettacolo di navi italiane e di italiani marinai comandati in una lingua che non è la loro, che non è quella che già condusse i loro padri sotto il Leone alato a tante vittorie. (1) Tamaro: «La Vénétie Julienne et la Dalmatie » II pag. 431. (2) A.P. a. 1860.