62 della civiltà italiana nel mondo non poteva affidare il settore balcanico a persona più competente di Oscar Randi, che da quarant’ anni vi dedica un appassionato interesse. Così il libro è davvero riuscito un quadro compiuto storico, culturale e politico, di quell’ azione incessante che l’Italia esercitò ed esercita sempre, penetrando per molte strade e fecondando con inesausta potenza un mondo aspro di diffidenze e di reazioni improvvise dovute alla complessità dei caratteri delle varie stirpi che lo costituiscono. E infatti, la parte più originale dello studio del Randi è proprio 1’ esame del fattore geopolitico di quella Penisola, aperta a tutti i venti, come a tutte le infiltrazioni e le migrazioni di popoli, che vi hanno lasciato un’ impronta non duratura, provocando quel frazionamento tanto caratteristico. Frazionamento dovuto soprattutto alla mancanza di un saldo confine terrestre e marino, che chiudesse in un comune crogiuolo quei popoli, i quali sono ancora fra loro divisi da scompartimenti stagni, che li isola ciascun nel suo nido, privandoli di un centro comune di gravita-tazione. come ebbero tutte le maggiori Civiltà. Per questo i Balcani sono il paese della discordia, e perciò a quei popoli manca il sentimento di solidarietà, sebbene vivano tanto vicini. In questo mondo complesso e agitato da tante diverse influenze, il Randi esamina quali sono state e quali sono le irradiazioni italiane, che egli considera come benefici travasi di civiltà, che servirono ad elevare la vita dei Balcani, e a suscitare in loro feconde reazioni cogli influssi partiti dall’ Italia nei diversi momenti della sua storia : Roma, il Papato, Venezia, il Rinascimento, il Risorgimento, il Fascismo, fattori che, accolti o respinti, ma sempre sentiti, ne modificarono in parte, in senso benefico, la civiltà ed i costumi. Importante ed originale è il capitolo dedicato agli « Aromuni » che hanno avuto una importanza capitale per quel settore europeo, in quanto furono maestri di vita civile a tutti i popoli sopravvenuti nei Balcani. Seguono quattro capitoli fonda-mentali analitici sulle relazioni dell’Italia con quattro Stati balcanici moderni : Albania, Bulgaria, Grecia e Jugoslavia; dai quali si desume chiaramente quale è stata l’opera della civiltà italiana in passato e, naturalmente, nel momento presente, in relazione colle collettività italiane che vi risiedono, più o meno numerose, ma sempre nazionalmente fattive, se anche non sempre economicamente efficenti. Il libro si chiude con un capitolo sulle « prospettive per 1’ avvenire » in cui il Randi, esaminate le posizioni dei diversi Stati balcanici verso l’Italia, afferma che questa deve diventare la loro naturale protettrice, perchè i contatti fra le due penisole sono una necessità geopolitica, alla quale non possono sottrarsi nè Balcania nè Italia I Balcanici devono rivedere dunque le loro posizioni, liberarsi dai risentimenti e dai principi ideologici e persuadersi che, fra le Potenze europee, l’Italia ha un interesse capitale a favorire il loro sviluppo pacifico in piena indipendenza. ;. t. La Radio Rivista « Epiteoresis », pubblicazione mensile di cultura greco-italiana, che esce a Roma, ha riprodotto, nei numeri da Gennaio a Giugno a. c., in una serie di 6 puntate, col titolo : « Letterati italiani per la Grecia : Pagine greche di Niccolò Tommaseo », quei brani delle « Scintille », che si riferiscono particolarmente alla Grecia. L’ autore dell’ articolo, prof. G. Zaras, dopo una breve introduzione esplicativa, si è soffermato sugli studi filologici del Tommaseo. Da notare che, come per i lavori del Tommaseo in lingua serbica, anche questi, da lui compilati in lingua greca « sono meri esercizi, e corretti con cura affettuosa dal maestro mio il Padre Antimo Massarachi cefaleno. A stamparne taluno mi muove desiderio di dimostrare a questa nazione nascente il mio affetto : desiderio di provare qual piega novella potrebbe la lingua de’ Greci moderni prendere, facendo della grammatica nuova e dello stile antico, del nuovo corpo e dell’antico spirito, una sola armonia ». o. r.