43 efficace semplicità ; è un « Giorno » del Parini dimesso e popolaresco : Nel 1907 per i tipi della tipografia Vitaliani usci «La Dalmazia nei commerci della Serenissima » opera anche oggi capitale, pure se non del tutto priva di errori, specie nella prefazione, nella quale il Sabalich volle abbracciare con un troppo rapido sguardo nel passato, la Dalmazia, dal punto di vista commerciale, per passare poi a trattare singolarmente dei boschi, dei cantieri, delle navi, del mercato degli schiavi, di quello del pesce e delle pelli, il commercio del sale, del vino, dei cuoi, della seta, dei merletti, delle perle, del corallo, dei cavalli, dell’ olio, del miele, della cera, del rosmarino; ricorda ancora le carovane turche in vero e proprio servizio di importazione e esportazione, le Banche e le monete, il ferro e gli asfalti, i rosolii e le oreficerie. Dopo una parentesi storica riguardo alle varie piraterie (Narentani, Saraceni, Turchi, Uscocchi) tocca in breve del movimento e della ricchezza commerciale delle singole città: Zara, Nona, Sebenico, Cattaro, Arbe, Pastrovicchio, Traù, le Castella eppoi Obbrovazzo, Sale, Melada, il Promina, le isole, ecc. L’ opera contiene inoltre un interessante indice degli Atti dei Provveditori Generali e un’ ampia bibliografia. 11 Sabalich termina così il suo lavoro : « spero che i Dalmati rammentando il passato sappiano valutare meglio i tesori di casa propria per trarne sicuri vantaggi per l’avvenire»; idea che costituisce il motivo dominante dell’ intera sua opera e di tutta la sua vita di scrittore. Quasi un riassunto dell’ opera precedente è « Venezia, 1’ Adriatico e gli Schiavoni » - estratto dall’ Archivio Storico per la Dalmazia - nelle poche note originali, vi tratta della coltivazione dei gelsi e dei filugelli nei monasteri zaratini, della « quintessenza » di Lesina, delle saline di Pago, Arbe e Sale, della cultura del tabacco a Nona, del ferro di Sign e dei vini di Lissa, Sebenico ed Almissa. Fa parte del medesimo libretto un altro estratto dall’ Archivio Storico : « Le Giostre », che dal 1409 al 1818 si tennero nella Calle Carriera; è una storia minuziosa e documentata dei vari generi di giostre, coi nomi dei corridori, dei padrini e coll’ enumerazione dei premi ; vi ricorrono spesso e in epoche diverse - quasi fosse una tradizione di famiglia - i nomi dei Nassi, dei Soppe, dei Begna, dei Pellegrini, dei Ponte, che arditamente giostravano coi nomi supposti di Bajazette, di Bey, di Rodomonte e Soliman o di cavalier Fortunato, cavalier della Speranza, cavalier della Tartana i nel 1753 s’ebbe una nuova moda nelle giostre col corso alle Mastella. Co ti cammini in dona Cammina sostenuto No far saver per tuto Quello che non convien No camminar in musica No far salto o cadenza Pensa che ti è Zelenza E non Monsù Flonflon.