10 e delle isole, non mai della parte montana, sulla quale si può riposare con tutta fiducia, pochissimo conto può farsi, perchè, sebbene di sentimenti leali, pure soggezionata dal contegno della classe più colta, domata dai bisogni e infiacchita dal timore di vedere scemate le proprie risorse rompendola apertamente con quella, palesa una certa pusillanimità e titubanza che assai poco lascia sperare per un’ occasione decisiva e stringente. Per tutto ciò non posso che ripetere essere tempo che misure energiche vengano adottate, e che il Governo, cessando di illudersi contando sull’ attaccamento di questo o di quello, provveda da sè con energia e risolutezza alla propria conservazione. » (1) E poco tempo dopo invia la seguente lettera a riconferma della prima : « Nell’ ultimo mio rapporto ho procurato di delineare più al vero che mi fu possibile il quadro delle condizioni attuali delle città marittime di questo Circolo per ciò che si riferisce ai sentimenti ed alle tendenze politiche degli abitanti costituenti l’elemento italiano, prendendo a modello la città di Spalato, la quale pella sua maggiore importanza, per il numero della popolazione e per più abbondanti risorse materiali, fu sempre ed è anche al presente quella che serve ad esempio alle altre e ne fomenta le passioni e le tendenze. In quella mia relazione ho cercato dimostrare come il Governo nulla affatto possa contare sull’ attaccamento di quella parte degli abitanti che parlano l’italiano e vogliono come italiani pensare ed agire ; ho descritti gli individui posti alla testa degli affari municipali: ed ho dichiarato che al più lieve sentore di moti insurrezionali nell’ interno o di più diretti attacchi dall’ estero il fuoco, che va serpeggiando fra noi, non tarderebbe a scoppiare in incendio. I fatti pertanto giunti a cognizione dell’ Eccelso Ministero di Polizia, e sull’ esistenza dei quali fui chiamato ad informare, toltine alcuni che mi sembrano esagerati, e che non riguardano d’ altronde il mio Circolo, corrispondono nel loro complesso a quanto fu già da me dimostrato a V. E., e perciò poche cose ancora mi restano a dire intorno ai medesimi. Che a questa parte siano giunti emissari italiani della rivoluzione, sebbene alla vigilanza delle Autorità non sia riuscito di riconoscere per tali persone determinate, pure in qualche modo può ammettersi come cosa certa. Infatti, sebbene vi sia anche fra noi gente per se stessa affezionata alla causa italiana e di sentimenti ostili al Governo, pure le simpatie ed il mal represso fanatismo difficilmente avrebbero potuto estendersi al grado al quale sono giunti, qualora influenze esterne non avessero agito operosamente per la loro diffusione. (1) A.P. a. 1860.