40 « gli iddii minori. Sono stato io a muovere, spingere, spremere, sono « stato io a fare aprire le porte della bibl. Pappafava..... Le scriverò un « giorno, se avrò tempo, come sia andato l’affare della parte li della « Storia del Brunelli ». Orbene, sembra infatti che il Sabalich, in una seconda lettera, abbia svelato al «professore» «l’affare» della II parte della « Storia di Zara », ma che poi, per uno di quei suoi tipici pentimenti, non abbia trovato opportuno spedirla; certo si è che i famigliari si ricordano d’averla letta, rammentando anche che alcuni particolari erano interessanti e chiarificatori ; però non la trovano più, pur sostenendo che non deve essere andata dispersa ma solo momentaneamente irreperibile in quell’ enorme ammasso di carte. Uno strano destino da romanzo giallo sembra incombere su questa araba fenice della nostra storiografia. Uniamo qui i due esaurienti studi antitetici che il Sabalich dedicò alle « Accademie zaratine » e agli « Huomeni d’ arme di Dalmazia ». Argomento belante, sdolcinato, settecentesco il primo, epici episodi di eroi e di eroismi il secondo, miti schiere e drappelli valorosi, sonetti acrostici e scontri cruenti. « Quanti dei nostri letterati e storiografi, dal Biondi al Petreo, dal Baglivi al Lucio “ vissero peregrinando „ per l’italica terra e vi lasciarono la vita ! Quanti chiamati a studiare dottrine vi rimasero a dettarne! e così questi e quelli vi confusero la patria. Il Tommaseo, il Paravia, i de Leva, i Politeo, del secolo a noi più vicino, sono tutti ingegni eletti che la nostra infeconda terra diede al giardino d’Italia e che l’Italia onora suoi figli »; e dopo avere il Sabalich passato sommariamente in rassegna tutti quegli « ingegni eletti » di Dalmazia, dal Dominis al Gozze, dallo Zavoreo al Fortunio, passa a trattare di coloro che ebbero la loro immaginosa e ornata fama dalle Accademie, che allora sorgevano qui da noi, contemporaneamente alle altre città storiche d’Italia, numerose come funghi variopinti e ornamentali se non proprio tutti venefici per I’ avvenire della nostra storia letteraria. Sorsero così a Zara « Gli Animosi » di cui forse fu 1’ anima quel G. B. Detrico, verso alcuni sonetti del quale il Bembo così si espresse: « non avrei mai creduto che di quelle bande potesser venire di così rare cose di questa qualità »; altri Animosi furono Federico e Ludovico Grisogono, Bernardino Gressili, Bernardino Carnarutti, 1’ arcivescovo Florio e il canonico Zaccaria che più positivo del Crescim-beni, invece di narrare ai posteri le gloriole del suo gregge arcadico, ridusse le vane adunanze rettoriche della sua Accademia e realizzò un vero e proprio istituto regolarmente funzionante, che il Sabalich chiama un «ginnasio in miniatura», 170 anni prima del conte di GOess, l’austriaco fondatore del nostro italianissimo Ginnasio. Troppo lontano ci porterebbe seguire il Sabalich ; ci basti sapere che dopo gli « Animosi » fu fondata la « Cinica » con probabile sede nel palazzo arcivescovile, eppoi gli « In-