30 Fu questo forse il periodo di maggior preparazione, gli anni nei quali scoprì se stesso e gettò le basi della sua opera futura ; 1’ epoca in cui i suoi grandi amori per Venezia e per Zara si fusero nel crogiuolo d’ una vasta e minuziosa cultura ; e vennero uno dietro l’altro i vari studi, su molteplici argomenti storici, archeologici, folclorislici, venne tutta la opera di Teatro - la sua grande passione (una settantina circa di commedie, oltre ai monologhi, alle critiche teatrali, alle biografie d’ artisti, alle cronistorie di teatri), venne la sua opera poetica e letteraria e soprattuto la sua intensa collaborazione a quasi un centinaio fra giornali e riviste, da un modesto periodico di Cerignola « L’ Ofanto » alle carducciane « Cronache Bizantine », dalle patrie « Scintille », che fondò e diresse, alla vallardiana ottocentesca « Natura ed Arte » e alla moderna milanese « Lettura », dai baiamontiani « Avvenire » e « Difesa » al giornale del Caprin « Libertà e Lavoro ». Oltre ai suoi studi preferiti si occupava saltuariamente di chiromanzia, di problemi cinematografici, di musica : è certo che di molte sue canzoni, incominciando da quella del « Sì », il Sabalich ha creato anche il ritmo, ma che ignaro di ¡strumentazione, di partitura e di tecnica, dovette servirsi dell’ opera del Levi. Ma, allora, noi - e del nostro prossimo si conosce sempre prima la parte caduca - del « vecio Sabalich », all’ infuori di sapere nella maniera più incerta, ch’era un cultore di storia patria invecchiato fra le vecchie carte, non conoscevamo nulla, che la sua proverbiale timidezza, le sue quasi ridicole paure. Arrivavano alle nostre orecchie le voci dei suoi giri più lunghi pur di non passare sotto il campanile del Duomo per paura che proprio in quell’istante avesse a cadere, forse pensando, permeato com’ era di venezianità, che il campanile di Zara dovesse seguire quello glorioso di S. Marco; correva sul suo conto la storiella che nei caffè avesse una morbosa paura di bere da bicchieri pubblici, ma che d’ altro canto, veneziano anche in questo, non potendo fare a meno di andare'al caffè, portasse con se un compiacente fidato e specializzato amico, perchè, ordinate due birre, questi bevesse di nascosto un sorso prima da un bicchiere poi dall’ altro, di modo che nessuno potesse accorgersi dell’ innocente trucco. Si sentiva ancora raccontare - malignità tipicamente veneziane dei suoi concittadini - della sua previdente mania di dormire sempre con porte e balconi spalancati per potersi più celermente salvare in caso d’un ipotetico incendio ; della sua idiosincrasia a toccare il bottone d’un campanello elettrico, e di tante altre piccole fisime, alcune delle quali però, oltre a denotare una ipersensibilità, mostravano a nudo il suo gran cuore: così per anni ed anni sorresse materialmente e moralmente - senza riconoscenza - l’ipocondriaca macchietta del Gaudenzio Nicola, o in occasione di qualche minima lite procuratagli artificialmente da esperti conoscitori del suo carattere, pagava spesso di tasca e di salute, per timore di complicazioni e di vendette, pur essendo sempre dalla parte