14 dal friulano mùkula « collinetta » e dal dalmatico Mucla : Punta-mica « punta (?)», potremo ascriverla ad un’ area illirica (o veneto-illirica) e assegnarle un valore approssimativo di « a^qa, promuntorium », cioè « estremità, punta; promontorio». In Dalmazia muda avrà probabilmente designato le numerose sporgenze che caratterizzano la sua costa. A sostegno di questa mia affermazione sta la constatazione che il nostro Muda di Zara venne tradotto dai parlanti lo slavo con Ostrirat « punta acuta » (da ostar « acuto » e rat « punta »), documentato 1 nei protocolli del notaio Articuzio da Rivignano fin dall’ a. 1400, anteriormente quindi alla prima attestazione di Puncta Micha 2, e certamente foggiato quando muda viveva ancora come appellativo 3. Se gli Slavi tradussero alla lettera la voce (pre)dalmatica mucla, questa dovette valere « punta acuta e sottile », e scomparve sotto la concorrenza del venez. ponta (Ponta Micca in qualche documento in volgare)4. Possiamo adesso concludere questa breve nota con tre affermazioni: a) che ragioni morfologiche, semantiche 5 e corografiche ci vietano di vedere in Puntamica un derivato lat.-dalmatico (terra) *mucula «palude, maremma» connesso con mucus «moccio»; b) che (Punta)-mica < -mikla sembra bene una forma tautologica du un (pre)veneto-illirico macula « axga, promuntorium » dalla radice 1 Cfr. Jirecek, Die Romanen in den Städten Dalmatiens während des Mittelalters, I, p. 63. 2 11 più recente Mikin Rat (Repertorio, ecc., p. 282) riproduce la forma moderna Puntamica. Manca beninteso un nome slavo di questa lingua di terra che significhi « punta della palude » o simili. 3 Quello dei calchi toponomastici (e lessicali) è fenomeno troppo noto perchè debba insistervi. 4 Mancano, a stare agli Indici del Das Dalmatische, riflessi dalmatici di puncta. Cito a questo proposito un passo dello Skok (Slavia X, p. 492): « Une rue dans le porte de Raguse s’appelle Ponta. C'est le terme géografique latin puncta « promon-toire », mot qui, sous la forme vénetienne, vit dans tout le litoral de Raguse, tandis que plus au Nord on dit punta. Ce terme a remplacé à une epoque récente le terme slave Rat, rt qui est, en Dalmatie, plus ancien. A Cavtat et a Lopud, ne se ren-contre que dans la dénomination locale. On dit p. e. Pónta òd Rata pour les promontoires qui sont là». Anche in questo caso ci troviamo in presenza di una tautologia. 6 L’aggettivo bona mal si addice a designare una palude più o meno pestifera. Applicato a mucla « punta » avrebbe il valore che vediamo nella sicula C a 1 a c t e (xaXr/ « buona, eccellente » e canj « costa, sponda, punta di terra ») (cfr. xaAóg «un porto eccellente» Odissea) o soltanto propiziatorio come in Beneven-tum da Maluentum, Capo di Buona Speranza, ecc. È chiaro poi che l’agg. lungo (Mucla longa a Spalato) sia più adatto a designare una punta (cfr. il topon. sic. Puntalunga) che un pantano.