26 dai « magnifici et excelsi domini, domini Antiani Consules et vexilliferes Justicie populi et comunis Bononie » ; e nei quaderni del notaio Articutius de Rivignano in data 16 novembre 1401 si legge la procura conferita dall’« egre-gius miles dominus Grisogonus filius olim ser Gregorij de Zadulinis famosus et honorabilis civis Jadre » che « fecit suum procuratorem legitimum, scientificum et nobilem virum dominum Bernardinum de Zambecarijs iuris utriusque peritum famosum et honorabilem civem civitatis Bononie licet absentem . . . prò et ad ufficium potestarie civitatis Ancone ad quod idem constituens ellectus est et ipsum potestarie officium acceptavit ». Statuti Vecchi, Statuti Nuovi, Reformazioni e Capitolari Abbiamo già avuto Occasione di incontrare le dizioni « Statuta Vetera » e « Statuta Nova ». Eccezione fatta per Spalato i cui « Statuta Nova », come abbiamo ricordato, non rappresentavano altro se non un complemento dello Statuto stesso, denominato per contrapposto «Vetus », la qualifica di Statuto Nuovo spettava a quello che subentrava ad uno prima in vigore, cosicché quelli a noi pervenuti sono tutti Statuti Nuovi; non siamo però in grado di rilevare per nessuna città, quanti Statuti Vecchi li abbiamo eventualmente preceduti. Lo Statuto Nuovo era un’ edizione riveduta, corretta e, di solito, ampliata di quello sino allora in vigore, che si riteneva opportuna tanto in seguito al-l’abrogazione e modificazione di disposizioni ivi contenute, quanto all’ emanazione di nuove. Perchè va da sè che pubblicato uno Statuto non s’ arrestasse 1’ azione del potere legislativo che doveva intervenire ogni qualvolta si rendesse necessario creare nuove leggi o ordinanze. Di solito lo Statuto stesso contemplava il caso di dover emanare nuove norme e disponeva le formalità da osservarsi perchè esse avessero forza legale. Così negli « Statuta Nova » di Spalato al cap. 26, che riproduce il verbale di una seduta del Consiglio del 29 novembre 1358, di cui alcune parti abbiamo già precedentemente citate, si legge : « Item preposuerunt dicti domini Rectores in dicto consilio, cum consensu con-siliarorum qui debent prepositis interesse : cum quedam statuta seu statutum in-digeant seu indigeat correctione ideo requirunt presens consilium, quod unusquis-que consulat quid sibi placet ». - Nello Statuto di Lesina si trova al L. Vi il cap. 17 : « De ordinamenti», qualiter possunt rumpi. - Statuta et ordinamenta que per tempora fient rumpi vel revocari non possint nisi eo modo quo fuerint firmata et ordinata, hoc est, que fient per maius consilium, non possint nisi per maius consilium revocari, et que per arrengum, non nisi per arrengum dissol-vantur ». - Ricorderemo a questo proposito ancora il cap. 36 dello Statuto di Cattare che prescriveva: « Quod duae partes Maioris Consilij assentiant ad fa-ciendum aliquod novum statutum, seu corrigendum, aut addendum, seu cassan-dum. - 1361, die decimo quinto Aprilis, utriusque juris declarat auctoritas, u