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diretta in Egitto e composta di tre galeoni e di numerose saiche. Su uno dei galeoni era imbarcato il Grande Eunuco di Palazzo Imperiale, che ritornava in patria colla famiglia e con abbon­danti tesori, dopo di avere ultimato il suo servizio a Costanti­nopoli. Sul convoglio erano anche imbarcati altri personaggi cospicui che si recavano in pellegrinaggio alla Mecca, tra i quali una sorella ed un figlio del Sultano (1). Le galere dei Cavalieri assalirono il convoglio impegnando un accanito combattimento durante il quale morirono il Generale delle galere Gabriele Baudrand des Chambres (2), un sopracomito, 9 cavalieri e 116 uomini degli equipaggi. Le galere poscia al comando del Cav. Fr. di Neuchesses, conducendo seco un galeone catturato, ritornarono in patria toccando Lirneones e Schiro, castelli sulla costa sud di Candia, poscia Cerigo e Cefalonia tutti porti ve­neziani. In questi porti i Cavalieri anzi vendettero, come afferma il Manfroni, parte delle prede conquistate e sbarcarono schiavi liberati (3). 
Il Senato, avuta notizia della violazione della neutralità compiuta, protestò presso il Papa e le principali Corti europee, temendo giustamente che ciò potesse essere il pretesto cercato 
dalla Turchia per muovere guerra, e giunse persino a confi­
scare le proprietà dell'Ordine di Malta nel territorio della Repubblica. 
Venezia aveva altre volte corso pericolo di una guerra colla Turchia per le piraterie effettuate dalle galere ponentine. Nel l 555 quando alcune galere di Malta catturarono su una nave veneziana alcuni turchi che si recavano da Candia a Costanti­nopoli. Anche questa volta i Veneziani misero sotto sequestro 
i beni dell'Ordine che esistevano nel dominio della Serenissima. 
(I) Questo bambino fu portato a Malta, educato nella religione di Cristo, vestì l'abito dei Predicatori col nome di Padre Tommaso Ottomano (DE HAMMER: Storia Ottomana, ecc... XIX-I 12). Vedi anche G. BRUSONI: Opera citala, pago 2. 
(2) 
DE VERTOT nell'His!oire. de. Chevaliers de Saint ]ean chiama questo Generale Boisbaudrand. 

(3) 
C. MANFRONI : La marina da guerra del Granducato Mediceo. Queste vendite però come scrive il Brusoni nell'opera citata, sarebbero in ogni caso avvenute «in alcuni scogli di Candia essendo stati dai pubblici rappresentanti tenuti lontani «dai porti dell·isola». 


Anche VINCENT DE STOCHOVE nella sua opera L'Ottoman -A brégè de. vies des Empereurs turcs (Cologne, 1666) scrive: «quinze tre beaux chevaux turcs, pris dans « les galliens de Malte se trouverent dans les escuries du Generai Cornaro ».