23 Manca pure uno studio completo per stabilire coll’aiuto della toponomastica, dove gli Aromuni siano sopravissuti, per un periodo di tempo più o meno lungo, al diluvio delle trasmigrazioni. Certo è che non tutti i Romani sono periti ; anzi dobbiamo ritenere che moltissimi si sono salvati e sono vissuti per secoli a contatto o frammisti coi nuovi venuti, ai quali hanno trasmesso tutto il di più della loro coltura. Oli slavi non erano venuti per creare Stati, ma solo in cerca di terra. Si tennero per ciò nelle campagne, non fondarono città e non cercarono nemmeno per molto tempo di invadere quelle costruite e abitate dai Romani o dagli Aromuni. La prima cosa eh’ essi presero dai loro predecessori è stato il vestiario. Il vestiario originale degli Slavi doveva essere molto semplice : pelli di animali d’inverno e abiti di lino d’estate (furono essi, anzi, ad introdurre in Europa il prodotto di questa pianta). Oli Aromuni vanno vestiti di lana, a preferenza di color nero. È stato il prof. J. Cvijic, serbo, a rilevare e il prof. K. Patsch (un tedesco austriaco, ex-direttore del Museo provinciale di Sarajevo) a dimostrare con fotografie prese da pietre tombali antiche e su persone viventi, che i costumi, specialmente delle donne, della Macedonia e della Bosnia sono poco dissimili da quelli dei Traci e degli Illiri romanizzati di 2000 anni fa. Uno studio comparativo dei costumi popolari dei Balcanici sarebbe di grande aiuto per schiarire alcune pagine di quei secoli oscuri che vanno fino al 1000. Appena adesso sono stati istituiti in alcune città dei « musei etnografici » nei quali si raccolgono e conservano questi costumi popolari. Siccome però nei linguaggi degli slavi balcanici il concetto e 1’ aggettivo di « popolare » si confonde con quello di « nazionale », tutti dicono e credono che i propri costumi popolari siano anche nazionali e nessuno pensa, o vuole pensare, che si tratti invece di costumi, quasi generali e presi a prestito da altri. Ad ogni modo questi « musei etnografici » costituiscono un primo passo sulla buona via, perchè gioveranno un giorno a chi vorrà fare uno studio comparativo e sintetico. Gli Aromuni hanno insegnato agli Slavi i tipi e gli usi domestici, le costumanze della vita sociale, le prime istituzioni Amministrative, vari mestieri, i rudimenti del commercio, perfino l’arte culinaria. Per es. : Chi ha 1’ occhio esercitato distingue ancora oggi nella Macedonia, nell’Albania, nel Montenegro, nella Serbia, nella Bosnia le case di tipo valacco da quelle degli slavi. Nella Serbia molte pietanze hanno un nome valacco. Uno dei mestieri, esercitati dagli Aromuni è quello di confezionare un tipo speciale di formaggio ; caseus valachicus o caseus vlachescus. Questo tipo di formaggio è detto in Macedonia kaskaval, in Serbia e in Bulgaria kackavalj ; importato, probabilmente, in Italia dagli Aramuni, frammisti agli Albanesi dell’ epoca di Scanderbeg, è quello detto da noi caciocavallo. Per il concetto « imperatore » gli slavi usano dire zar da Cesare e per quello di « re »