34 Se infine facciamo un esame comparativo degli Statuti ci accorgiamo : I. Che anzitutto in linea generale tutti presentano fra loro certe somiglianze, salvo a contenere uno, più o meno disposizioni rispetto ad un altro, oppure a regolare la stessa materia in modo alquanto diverso. Questo non ci può stupire, perchè avendo avuto le città dalmate comuni la storia ed il travaglio, fu naturale che in esse si sviluppassero condizioni di vita pressoché uguali e quindi vi si generassero all’incirca gli stessi usi. II. Che non vi sono però due Statuti che siano in tutto identici e per i quali si possa quindi dire che 1’ uno sia la copia dell’ altro, dal che ci si persuade che pur discendendo tutte dallo stesso ceppo, ciascuna città visse una vita propria, di modo che gli stessi principi giuridici poterono trovare presso le singole, applicazioni e sviluppi diversi. III. Che certi Statuti riproducono tuttavia, anche letteralmente, qualche capitolo di altri. A questo proposito non deve far meraviglia se chi era incaricato della compilazione e revisione di uno Statuto credeva opportuno e migliore, ai fini del suo compito, sostituirvi qualche capitolo di un altro Statuto, quando al caso la sostanza fosse stata la stessa; tanto ciò non alterava la sostanza della nonna, ma dava soltanto alla stessa la forma letteraria di un altro Statuto, ritenuta migliore o più chiara, Oppure si usava tale procedimento quando si trattava di trasformare in legge scritta una consuetudine già codificata in una altra città. A questo riguardo c’ è poi ancora un altro fatto da prendere in considerazione: che spesso a capo dell’amministrazione comunale si trovavano cittadini di altre città, specialmente di quelle che godevano un primato politico-economico. In tal caso era logico che qualora durante il loro reggimento si fosse trattato, o della revisione dello Statuto o dell’ emanazione di singole norme, quando non vi fosse stata divergenza nella sostanza, essi avessero influito per 1’ adozione della forma di capitoli dei propri Statuti. Dal materiale che ho avuto occasione di consultare risulta ad es. che i seguenti cittadini di Zara ebbero cariche dirigenti in altre città dalmate : 1271 Lumpre de Cevallellis, figlio di ser Giovanni, vice-conte a Curzola; 1275-84 Vito de Cerne di Mergne, podestà a Spalato; 1305 Ser Stefano del fu Mixa, vice-podestà a Lesina e Brazza ; 1358-60 Stefano di Francesco (non meglio precisato negli atti del notaio spalatino Giovanni da Ancona), conte ad Almissa ; I 366 Giovanni de Grisogono, « miles » a Spalato ; 1387 Matteo del fu Giacomo de Cessamis, conte a Lesina, Brazza e Cur-zola ; 1402 Giorgio de Giorgio «in jure licentiatus », conte a Traù; 1406 Giacomo de Raduchis « legum doctor », conte a Traù; 1417 Giorgio de Cedulini, conte a Cattaro. Antonio Teja