58 come abbiamo già visto, ha fornito lo spunto a fra Covic per risolvere il problema della conversione del Gondola (e si n. b. che l’articolo del Covic è presentato come un » estratto » o saggio di uno studio inedito su la surricordata opera). Inoltre ha cattivata la simpatia di quello stesso Haler che coll' Osman ha saputo essere sì severo. Egli difatti in un articolo ispirato al suo solito sistema estetico, alla solita maniera intuitiva, polemizza con Milivoj Srepel (op. cit.), rappresentante superato (e morto) di superate e concluse correnti estetiche, e affermando che la questione delle fonti (e se fossero « modelli » ?) non è decisiva per l’apprezzamento di un’ opera d’arte, scarta l’opinione di coloro che sarebbero tentati a considerare le « Suze » un’ opera inartistica e facendo vedere che essa ad onta del suo manierismo, anzi re-torismo barocco, è pervasa da un fluido di spontaneità e di intonazione individuale-datine alcuni esempi (fossero più ricchi e probativi, che specialmente i saggi d’intuizione hanno bisogno di prove razionali !), le si inchina riverente e le riconosce quei pregi che magari in circostanze analoghe (sincerità del Gondola quando canta la caducità delle cose umane 1) non ha voluto riconoscere all’ Osman (0 Gundulice-vim Suzama sina razmetnoga, pag. 28-33). Fortunata pure, sempre più dell’ Osman, anche la « Dubravka », 1'« Aminta » raguseo del Gondola. Essa, per vero, non è stata oggetto di vari studi, ma ne ha ispirato uno e lungo che non è certo privo di interesse e di novità e vale certo per tanti « sitni prilozi ». È Marko Fotez che studia e illustra per la prima volta i « valori scenici » della Dubravka (Scenske vrednote Gunduliceve Dubravke, pag. 82-94). Prima di venire in mezzo al suo tema specifico, egli passa in rassegna il contenuto ed il valore poetico dell’ opera in genere senza però venire a dei risultati nuovi che si tiene ancora ligio a quanto su ciò ha scritto precedentemente il Markovic (‘). Quindi : e base morale e sentimento politico, e valorizzazione del genere pastorale e sublimazione della poesia. L’interesse e la competenza sua stanno tutti nella visione scenica, nei suoi infiniti effetti o almeno elementi cromici, mimici, sonori. Date l’azione e la intonazione poliedriche della Dubravka è naturale che la sua regia si presti a diverse interpretazioni. Possibile quindi la sceneggiatura pastorale, arcadica, possibile lo sfarzo dei grandi «festival », possibile un’ interpretazione veristicamente satirica. Per il tipo del festival propende 1’ autore, il quale per riguardo all’ immanenza etica e nazionale ed alla struttura poetica dell’ opera ammette volentieri ogni mezzo di solennità spettacolare. È così che plaude alla regia di Tito Strozzi che ha interpretata la Dubravka con tutto lo sfarzo barocco, romantico, sentimentale del suo ambiente raguseo. È così che addirittura propone una nuova realizzazione alle Pile di Ragusa con tutti quegli « incantesimi » d’ arte scenica che possono colpire tutti i nostri sensi... Infine ancora un’ opera del Gondola è presa in considerazione. Si tratta della poesia o epicedio che è stata scritta per la morte di una Marija Kalandrica e della cui paternità si è tanto scritto, per cui da prima fu ascritta al Gondola (Pavic), poi negata (Kolendic), infine posta in dubbio ma pubblicata con le altre sue opere (Kor-bler, Resetar). Perciò il prof. Fancev riprende in esame questa piccola * vexata quaestio » e analizzando altre due poesie scritte per la morte di una stessa donna ritiene equivoci certi dati cronologici che ne escluderebbero l’appartenenza al Gondola e conclude che non si « può cancellare » dalla bibliografia gondoliana la surricordata poesia (Cije su tri pjesme « U smrt Marije Kalandrice » ?, pag. 34-42). Ma il tutto è (*) F. Markovic, « 0 Dubravci, drami Ivana Gundulica » in « Rad » LXXX1X (1888) e nella prefazione all' edizione di « Dubravka » della « Matica hrvatska », Zagabria, 1888.