65 LUCIJAN MARCIÒ : « Utjecaj populacije mora na gradjevnu aktivnost primorskih na-seobina na istocnoj obali Jadransìcoga mora ». Extrait des comptes rendus du IV« Congrés des géographes et des etno-graphes slaves. Sofia, 1936. L. Mariié, professore liceale a Ragusa, ha compilato, sulla scorta di pubblicazioni italiane, francesi, tedesche, inglesi, serbe, uno studio su «L’influenza delle genti venute dal mare sull’ attività edilizia nella costa orientale adriatica ». Per incominciare, egli stabilisce che nella preistoria, per oltre un millennio, la nostra costa ha subito l’influenza delle genti del suo retroterra illirico e fu quindi assai poco popolata. Di quest’ epoca si conservano ancora le così deite « bugne » dalmatiche, che sono delle capanne p'i-mitive rotonde in pietra a secco, simili ai Castellieri dell’ Istria, ai trulli delle Puglie, alle nuraghe della Sardegna. Appena nei secoli VII e VI a. C, giungono dal mare, numerosi e industri, i Greci che fondano le antiche colonie di Curzola, Lissa, Traù e danno ai centri costieri la nuova impronta edilizia medi-terranea delle case addossate l’una all’altra. — Sulle tracce di questi minori empori commerciali greci sorsero poi i maestosi palazzi romani. Nel VII sec. d. C. arrivarono fino alla costa i Croati continentali, che un po’alla volta si infiltrarono anche nelle città, appresero l’arte della navigazioue e adottarono gli usi civili dei Latini. Oggi però, nella vita marinara e nel tipo edilizio della popolazione costiera croata si notano diverse lacune, non mediterranee, che derivano dalla sovrapposizione, relativamente recente, di genti continentali calate dalle Dinariche. Sono queste i Valacchi o Mor-lacchi, che in conseguenza delle guerre dei Turchi e di pestilenze, si sono spinti fino al mare, in sitijneno abitati, fra i secoli XV - XIX, genti montanare tenacemente refrattarie alla vita marina. I «contadini» dei viraggi di Torrette, S. Filippo e Giacomo, Pacostane, fra Zara e Zaravecchia, non posseggono un navi- glio e vanno piuttosto a lavorare la terra nella lontana Slavonia che fare i marinai. A Krmcine presso Torrette, dove si trova la punta più avanzata di casolari di tipo morlacco, la gente non ha nemmeno una barca, sebbene abiti vicino al mare dal XVII sec. Anche l’isola di Zuri è abitata da montanari, immigrati dal XVI sec. e dediti esclusivamente all’ agricoltura e alla pastorizia. Mezzo secolo fa capitò nella valle di Muna un corso, di nome Conte, che divenne il maestro di tutti gli isolani, in fatto di pesca e di navigazione. Oggi, nella valle di Muna sorgono case di tipo mediterraneo e si costruiscono « leuti » e « gaete ». Ai giorni nostri, nelle valli della costa e delle isole dalmate si costruiscono case secondo le esigenze del turismo internazionale. O Cincarima del Dr. D. J. POPGVIC, II ediz. Belgrado, 1937. Colui che ignorasse e volesse sapere chi siano i Zinzari, abbia la compia cenza di leggere 1’ articolo su « Il fenomeno degli Aromuni ». Può darsi che alcune delle cose, ivi dette, suscitino lo stupore e magari anche un po’ di incredulità in certuni, i quali si ostinano a considerare i nostri Morlacchi solamente come un fenomeno sociale, come un contrasto tra elemento urbanistico ed elemento rustico. Ma sarà meglio abituarsi a guardarli sotto un altro punto di vista, storico, etnico, razziale. Qui rileveremo come lo studio del prof. Popovié, incompleto in quanto è stata da lui esaminata 1’ origine zinzara solamente di serbi odierni della cosidetta Vojvodina, contenga in 163 pagine un lungo elenco di nomi, alcuni dei quali di evidente forma zinzara, altri dall’apparenza prettamente serba, i cui portatori sanno e dichiarano di essere oriundi da paesi aromuni (Pindo, Macedonia ecc.). Riportiamo da questo elenco quei nomi che si incontrano anche in Dalmazia, da Arbe a Spizza, oppure che, se estinti oggi, esistettero nei tempi passati, nella supposizione che anche coloro che li portano