38 più affettuose! ». Questa affermazione che pecca simpaticamente di superbia, non poteva venir dettata se non da uno straniero provvisorio di Venezia e d’Italia, come ogni vero dalmata sperava di essere. Ma al Teatro Italiano il Sabalich dedicò con innata passione l’intelletto ed il cuore. In quegli anni, tre giovani zaratini, due lontani dalla patria ed il Nostro fedelissimo alle sue mura, avevano fatto del teatro, ciascuno a suo modo con particolari attitudini e simpatie, la loro spirituale ragione di vita: il Maddalena, il dotto cultore di studi goldoniani, il Forster brillante ed acuto critico teatrale del « Mattino » e il Sabalich, piacevole ed esatto poligrafo di materie inerenti al teatro, nonché autore prediletto dall'ultima celebre servetta, la Zanon-Paladini. Incominciamo con alcuni studi minori. In «Una rappresentazione sacra a Traù» il Sabalich, scena per scena verso per verso, cita e commenta una rappresentazione allegorico-morale, evidentemente una derivazione quattrocentesca dalle sacre rappresentazioni, che in onore del loro San Giovanni venne rappresentata, tre volte, a Traù, a spese di certi de Andreis, che « quantunque si piccassero di letterati non figurano nel panteoncino dei letterati nostri » e nemmeno sono « canonizzati nella costellazione dei nostri genietti: il Dizionario del Gliubich». La seconda rappresentazione fu recitata tre giorni dopo la prima « per compiacimento universale della città » che sarebbe come chi oggi dicesse a richiesta generale. La Rappresentazione è un polimetro «che tira in scena personaggi mitologici, filosofi, santi, diavoli, personificazioni di virtù, di vizii e di città » ; la mancanza totale di didascalie rende più interessanti le indicazioni circa « l’Habito dei personaggi » che vengono introdotti, per esempio « Spalato sarà in habito da mercante ma però ricchissimo, in una mano terrà il rostro di nave e nell’altra una misura da panni»; «La Città di Zara si rappresenterà sotto sembianza d’una vecchia Coronata con un bastone in mano e l’habito sarà da Matrona grande » ecc. Segue il manifestino dei ruoli, sostenuto tutto da dilettanti locali, fra i quali parecchi sacerdoti : per esempio la « Ricchezza amante di Giovanni » era personificata dal Reverendo don Giurileo ; però « nè le frodi nè gli inganni potranno in nessun modo vincer Giovanni». Ma, più che analizzare la Rappresentazione per sè, il Sabalich vuol certo dimostrare con questo suo studio che queste nostre piccole «gazzarre spirituali » sono interressanti per illustrare la storia della nostra cultura: «che fu sempre un non vieto riflesso di quella luminosa della penisola ». In « Gustavo Modena a Zara » cerca di svelare il problema, che poi lascia a malincuore insoluto, d’una eventuale venuta del celebre attore a Zara, non per recitare ma per trovarvi uno zio canonico; spera che una lettera autografa, presumibilmente datata da Zara, comperata presso un