63 Niccolò Tommaseo : Cronkhetta del Ses-santasei a cura di Raffaele Ciampini, Ed. Einaudi, Torino, 1939-XVII. Forse, per effetto della sua infermità, che lo teneva separato « dagli altri, come da una lastra di freddo cristallo », per un bisogno di concretizzare dinanzi agli occhi dell’ anima, se più non lo poteva dinanzi a quelli corporei, i suoi pensieri,anche quelli torbidi, fugaci, che passano come saette sanguigne, lasciandoci con un acre sapor di rimorso, il Tommaseo scrisse, anzi, dettò tanto, troppo, affidando alla carta pensieri, giudizi, strappatigli dal calore della passione, eh’ era sempre in lui travolgente; i quali oggi, esibiti da mani zelanti, in ben diverso clima, gli nuocciono presso i posteri sensibilmente. La architettura della sua opera, quale egli l’ha lasciata, ne soffre per queste sovrastrutture caduche : colloqui, note, diari, più o meno intimi, ghiotta e facile preda di eruditi, che la offrono al pubblico, sempre pronto a cogliere le debolezze delle anime grandi, specialmente di quella incorruttibile di Niccolò Tommaseo. Chi non ricorda i « colloqui col Manzoni » pubblicati anni fa da Teresa Lodi, che sollevarono le ire di Ermenegildo Pistelli? Poi vennero « Il Diario intimo » e questa « Cronichetta del Sessantasei » pubblicati a cura di Raffaele Ciampini, ad additare lati oscuri di uno dei caratteri più impetuosi, ma anche più integri, che ci abbia dato la storia italiana. Queste Indiscrezioni non possono che portare la confusione nel giudizio sul Tommaseo, e deformarne la figura ideale, che n’esce contradditoria e diversa ; perchè non tutto ciò che uno scrittore annota in determinati momenti della sua vita, sotto condizioni speciali di ambiente e di pensiero, può essere considerato come definitivo; come espressione di un mondo interiore, che in ciò trova sfogo e verace equilibrio, tanto meno se manca del crisma per cui l’autore lo riconosce come una sua creatura compiuta e perfetta. Queste note della « Cronachetta » rispecchiano lo stato d’animo del Tommaseo, in quel periodo inquieto e per lui dolo- roso, che si apre colla sua fuga da Venezia, d’onde passa a Corfù, a Torino, a Firenze, assillato dal bisogno e tormentato dall’ infermità. Esule, in un’ Italia ricaduta, dopo grandi fiammate di eroismo, in una pettegola mediocrità, in cui naufragavano i grandi motivi ideali che 1’ avevano sorretta sino alle guerre del ’59 e ’60 ; mentre Roma e Venezia invano attendevano ancora. Anzi, Roma provocava nei cuori tutto un rigurgito di passioni, mettendo in contrasto i sentimenti di patria e di religione, specialmente nell’animo religiosissimo del Tommaseo, il quale, pur ritenendo si dovesse togliere Roma al Papato per elevazione della Chiesa stessa, sosteneva la tesi federalistica, colla tenacia e il fervore del suo temperamento, sino a considerare i Savoia non liberatori, ma conquistatori d’Italia. Ond’ è naturale che lo spirito polemico, caustico, implacabile del Tommaseo, trovi espressione cruda in questo diario, che doveva restare per lui solo, come uno sfogo delle sue avversioni e dei suoi risentimenti verso gli esponenti della politica italiana e straniera, quale si rifletteva nei riguardi dell’ Italia. E che questi giudizi siano aspri si spiega colla reazione di un uomo di rettitudine ferrea, di principi! accettati e difesi con pertinacia inflessibile, anche quando gli avvenimenti nel loro corso fatale li smentivano irreparabilmente, immerso in un ambiente di personalismi, vuoto ormai di grandi ideali e di fede; dove anche, e soprattutto, i valori religiosi venivano rinnegati e sopraffatti da criteri politici, influenzati da una nuova concezione della vita e dell’ economia, che rendeva i più proclivi al compromesso o al dilettantismo letterario-politico; mentre la realtà dell’ora richiedeva fermezza, risoluzione, ardimento, ciò che il Tommaseo orgogliosamente praticava ogni giorno, nella sua durissima vita di patriota, di letterato e di uomo. Egli si sentiva solo, attaccato disperatamente alla sua verità, che egli difendeva con fervore e con asprezza contro chiunque ne minacciasse l’integrità e 1’ esistenza. Seppure non meditate o limate, perchè non destinate alla pubblicazione, le note