TOMMASEIANA
la mone di (lanino d’Austria li gioii dei Tornio«
     Tra i saggi tommaseiani meno esplorati dagli studiosi, e che tuttavia si leggono sempre volentieri perchè ricchi di non comune originalità di pensiero o dettati da particolari atteggiamenti spirituali, occupa un posto notevole la polemica contro l’avvocato Righi di Firenze sul delicato tema della spedizione nel Messico (1861-1863).
      Lo scritto, che riportiamo nelle sue parti essenziali, apparve sul giornale « La Gioventù » nell’ aprile del 1869, e di esso si vollero subito gli estratti pei tipi della tipografia Galileiana del Cellini, affinchè più agevole ne fosse la divulgazione negli ambienti fiorentini. Contro 1’ opinione del Righi, che giustificava la fucilazione dell’ Imperatore Massimiliano d’Absburgo avvenuta a Que-retaro il 19 giugno 1867, ad opera dei repubblicani, insorge il Tommaseo con argomenti umani. Le solenni esequie celebrate dalla pubblica pietà alla memoria dello sventurato sovrano prima a Trieste, poi nella Chiesa dei Cappuccini a Vienna, ove fu sepolto il cadavere di lui, convincono il Dalmata che Massimiliano fu vittima dell’ odio nemico, il quale volle vendicarsi dell’ impotenza propria ; l’imperatore fu « un infelice, che tentò di portare, meno indegnamente che altri, le insegne di principe e sostenne la morte da uomo » ; perciò la sua tragica dipartita induce a meditazioni più profonde « che non la bara di Napoleone, la quale entra a Parigi in trionfo, tra i soldati di Luigi Filippo, padre alla suocera di Massimiliano, apre la strada a Luigi Napoleone, che doveva a Massimiliano, con cura costante, lunghissima, farsi amorevole guida nella via della morte ».
      Il	Tommaseo descrive, con tratti efficacissimi, la penosa situazione in cui trovavasi l’arciduca negli anni del vicereame di Milano, sospetto in Italia e straniero nella sua stessa famiglia (*) ; sostiene che egli accettò « con cuore de-
      (‘) Annota Alessandro Luzio (« Grande Diz. Enciclopedico » Torino), Utet, voce Massimiliano, che questo imperatore era figlio legale dell’ arciduca Francesco Carlo» tuttavia l’arciduchessa Sofia lo aveva avuto, analogamente al maggior fratello Francesco Giuseppe, da Napoleone II, duca di Reichstad.