17 coltore di Pirano, che, salvato dalla fucilazione, fu raggiunto egualmente dalla morte in carcere, ove lo aveva tratto il suo ardente mazzinianismo, ma soprattutto il suo culto per l'eroismo di Guglielmo Oberdan. (*) Irredentismo integrale, dunque, germinato sù dalle profondità più radicali della stirpe e abbracciante via via tutte le specie e qualità di cittadini. Irredentismo: idea-forza che opera sempre là dove si mettano fra loro a contrasto le aspirazioni etiche dell’ uomo con le tendenze che, ciecamente seguite, lo travolgerebbero di nuovo verso la bestialità da cui egli è emerso con le iniziative della civiltà. Nella Venezia Tridentina o nella Venezia Giulia, nel Friuli o nella Dalmazia: fa lo stesso. Senonchè, - c’ insegna un filosofo irredento, Antonio Rosmini -, dicendo idea, non si dice tutto. L’idea può essere lume, non essere ancora forza. Per diventare idea-forza e trasformarsi in attività, deve passare dalla ragione alla volontà. E’ qui che si comincia a distinguere fra media umana ed eroismo. Quello che innalza Sauro e Battisti alla sfera degli eroi è appunto la forza di volontà eh’ essi infusero nell’ idea, la perseveranza che posero nel realizzarla, il non recedere di fronte a nessuna prova per affermarla, nemmeno alla suprema, il supplizio della forca. « Io vi diedi nomi di libertà », - dice Nazario Sauro a’ suoi figlioli, - « ma non solo sulla carta ; questi nomi avevano bisogno di un suggello ed il mio giuramento 1’ ho mantenuto ». Sotto l’impulso di una volontà come la loro, l’idea della Patria assume la virtù dell’ idea divina. Tanto il Sauro quanto il Battisti, negli ultimi loro istanti, in attesa del carnefice, respinsero da sè il conforto dei sacerdoti. Non era per difetto di religiosità : gli era che il culto della Patria aveva sostituito in loro, come nel Machiavelli, la religione stessa. Tanto è vero che il Sauro, quando s’ accorse che il cappellano militare don Tuli cercava di coprire con le preghiere dei defunti, dette ad alta voce, le maledizioni scagliate, lì, a piè del patibolo, contro l’Austria ed il suo imperatore, se ne sentì come offeso e, quasi reagendo a un tentativo sleale di far prevalere una religione sull’ altra, lo apostrofò con le note parole : - via, via, prete ! Ma basta osservare come consideravano e come sentivano entrambi 1’ attaccamento all’ ambiente in cui eran nati e cresciuti. (*) Pasini, Piero Fonda, in «Calendario d’oro della Venezia Giulia», Trieste, 1922, pag. 108-11; - Un martire istriano (Piero Fonda), in « Il Secolo XX», Milano, febbraio 1929; - Diario di un sepolto vivo, Milano, Mondadori, 1933 (Ila ediz.), pgg. 33 sgg. 115 sgg. 248 sgg.