13 E allora che valore semantico dobbiamo assegnare a muda? Ritengo che sia necessario seguire tutt' altra strada. Ho già messo in rilievo il fatto che la voce punta è stata premessa a Mica piuttosto tardi, quando presumibilmente muda aveva perduto ogni valore di appellativo. Sarei perciò propenso a vedere in Punta-mica una tautologia, una giustapposizione cioè di due appellativi appartenenti a strati linguistici differenti. Sono ben noti gli esempi di Linguaglossa (4" 8r- yAtòaaa « lingua »), Mongibello (-}- arabo gabal « monte ») in Sicilia, dei numerosi Montauro (-j- prelat. tauro- « monte »), studiati dal Ribezzo, Riv. Indo-greca-it., XV, pp. 151-1561 a cui possiamo aggiungere i diversi Monte Pala dell’ Italia sett. e Palomonte (Salerno) dal prelat. pala « costa di monte »2, i calabresi Colarva (IGM, S. Marco Argentano) da c o 11 i s « colle » -f- prelat. alba « altura » s, Pietrasasso (pe tr a-)-saxu m), l’abruzzese Acracima (Finamore) dal gr. cinga «estremità, punta » -f- cy m a, ecc. Non diversamente vorrei giudicare il toponimo Puntamica dal lat. puncta + prelat. muda « sporgenza, estremità, punta, promontorio »4. In un recente lavoro 5 ho potuto isolare una base preindoeuropea mediterranea m fl c- « sporgenza », attestata dalla Grecia (¡¿maov ocoQÓg, ftr)iMÒv (= mucchio), [ivrvaxeg • fi'óxai (Hesychius), all’Italia (prelat. mucro «punta» 6; alpino *mflgus «pino mugo » e «cisto » nelle Alpi occidentali e nella Provenza; *mucula «altura» > ant. friul. mukula «collinetta») e alla Iberia (*mQca «pietra di confine» >* ant. spagn. muga id., spagn. mo-gote « montagna isolata », mogotes « scogli » « corna di daino », ecc. ; basco muga « confine »), e credo che a questa base si possa ricondurre, senza difficoltà, il muda che forma oggetto del nostro esame7. Ricostruita in tal modo una base del sostrato *mucula, postulata 1 Vedi anche Alessio, La base preindoeuropea karra/garra «pietra», estratto da « Studi Etruschi », IX-X, p. 26 n. 2 C. Battisti, / derivati neolatini del mediterraneo preindoeuropeo pala, in « Ce fastu » », IX, n. 12, Udine, 1933. 1 Vedi per ultimo Q. Alessio, Les toponymes du type Clermont ; italien Chiaro-Monte, « Le Français Moderne », V, pp. 221 sgg. 4 Cfr. Promontorìum Michuli di antiche carte, L. Maschek, Reperto/io geografico statist. dei luoghi abitati nel R. di Dalmazia, Zara, 1888, p. 282. ‘ G. Alessio, Dal friulano muge /. « pino mugo » al basco muga « confine ■>, estr. da «Ce fastu? », XIV, 1938. 6 Cfr. in Dalmazia la città illirica Mucrum (Anon. Ravenn. 4, I, p. 209 Pind.), il Mokqòv del Porfirogenito e nota il rapporto tra il lat. mucro « punta » (nell’onomastica Mucro, Mucronius, Mucronianus) e il UOKOO/JJl ‘ VOV OçVÇ di Esichio. 7 Un Muculo sembra documentato in una carta dell’887 (Brunelli), forma, che se originale farebbe escludere la possibilità di postulare un derivato del radicale preindoeuropeo mut- «sporgenza» (cfr. it. mucchio < lat. volg. m ü c 1 u-< etr.-lat. mutulus, ecc.), per cui vedi il mio articolo citato sopra. In favore di mut- militerebbe il nome di città istriana Mutila (Livio).